“Sui legami tra CNR e persone vicine al boss di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro, ho chiesto un’audizione in commissione antimafia dei protagonisti interessati e, soprattutto, dei vertici del Consiglio Nazionale delle Ricerche”. È quanto dichiara il parlamentare Riccardo Nuti che, a riguardo, sottolinea: “Mentre il Governo, come suo solito, ha tentato di far passare la vicenda in sordina, c’è chi per fortuna tiene alta la guardia. La maggioranza non faccia finta di nulla: è necessario capire cosa sia accaduto e se siano rintracciabili eventuali responsabilità amministrative”.
“Ricordo – aggiunge ancora Nuti – che, immediatamente dopo la puntata di Report del 27 marzo scorso che sollevò il caso, ho presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e al ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli, nella quale si chiedeva, tra le altre cose, “se non intendano attivare funzioni ispettive presso il CNR e valutare eventuali responsabilità anche per una eventuale segnalazione all’autorità giudiziaria, alla Corte dei Conti o all’ANAC”. Peccato però che il Governo non abbia ancora risposto alle mie domande». «Spiace constatare – aggiunge ancora il deputato – che il Governo non abbia a cuore la vicenda e non voglia capire se il centro più importante di ricerca italiano sia inquinato da rapporti con la criminalità organizzata”.
“Delle due l’una – conclude Nuti – o si affronta la questione esercitando tutti i controlli del caso, oppure si fa finta di nulla e si consente che la mafia faccia affari anche sulle spalle della ricerca. Non vogliamo pensare che il Governo abbia scelto la seconda strada, dimostrandosi complice e omertoso. Per questo ora attendiamo solo che, nel più breve tempo possibile, la presidente Bindi convochi le audizioni che abbiamo richiesto».