Una reazione bulgara. Così si potrebbe definire la lettera (leggila qui) di tutti, dicasi tutti, i manager della sanità siciliana in difesa dell’assessore alla salute Baldo Gucciardi e dei concorsi che dovrebbero portare a 5000 assunzioni. Sì’, proprio così. Una lettera in difesa di Gucciardi nella quale gli si esprime perfino solidarietà.
Ma chi mai aveva attaccato l’assessore? Nessuno in realtà. Neanche i sindacalisti schieratisi contro l’annuncio dei concorsi e delle assunzioni segnalate come ‘annunci che non potranno avere seguito’ e che dalle linee guida hanno tratto conferma alle loro ipotesi.
Ma, è bene dirlo preliminarmente, nessuno ha mai attaccato l’assessore. Il buon Gucciardi (che per inciso continua a non risponderci al telefono altrimenti avremmo riportato anche il suo pensiero) non avrebbe potuto fare diversamente da così. Glielo impone la legge. Semmai è la politica nel suo complesso che cavalca annunci eclatanti che sa non potranno trovare riscontro nella realtà e lo fa proprio a un anno dalle elezioni.
Ma torniamo alla lettera dei manager della sanità che difendono l’assessore e i concorsi. Anche loro cos’altro avrebbero mai potuto fare a sei giorni (esattamente sei) dal fatidico 30 marzo giorno in cui l’assessorato dovrà rilasciare le ‘pagelle’ dei manager della sanità dalle quali poi dipenderà chi resta e chi va a casa; chi viene premiato e chi punito?
Il termine, dicono in assessorato, è ordinatorio non perentorio. Questo significa, per chi non è addentro al burocratese, che anche se passa qualche giorno in più rispetto alla scadenza non ci saranno conseguenze. ma pur sempre di pagelle in arrivo si tratta. E dunque il manager ‘dipendente e sottoposto’ cosa mai potrà dire se gli viene chiesta una difesa? E perché mai, poi, dovrebbe essere contrario ad una procedura concorsuale che gli mette nelle mani la possibilità di mobilitare il consenso?
I temi da affrontare, secondo il nostro parere, sono altri. Bisogna dire in modo chiaro ai siciliani cosa significano questi concorsi. Significano che ci sarà posto per stabilizzare fra il 40% e il 50% degli attuali precari mentre gli altri andranno a casa. Come gestirà la Sicilia le inevitabili proteste e le ‘tragedie’ sociali? Significano che con la mobilità una massa di siciliani che lavorano nella sanità nel resto d’Italia e che magari sono a fine carriera torneranno a casa e dunque ‘svuoteremo’ la sanità nel resto d’Italia e daremo ad altre regioni l’opportunità di farsi i concorsi e assumere personale giovane.
Significano che i precari rimasti fuori dalle nostre strutture e i giovani che si apprestano alla professione dovranno probabilmente emigrare in larga parte per fare il loro mestiere partecipando ai concorsi che saranno banditi da quelle aziende che ‘noi’ abbiamo svuotato.
Sol per fare un esempio basti ricordare i circa 650 contrattisti dell’Asp di Palermo. gente che è diventata indispensabile per l’azienda e i cui stipendi vengono pagati dal budget per il personale. per loro l’Asp ha chiesto una deroga all’assessorato per stabilizzarli tutti. ma è difficile che arrivi una risposta positiva. Anche per loro si profila un concorso al termine del quale almeno il 50% dovrà andare a casa. Chi glielo spiega a gente che da anni copre servizi essenziali?
Certo, se il bilancio lo permetterà, alla fine di questo percorso ci saranno concorsi nuovi anche qui ma le cifre potrebbero essere residuali. Noi non ci spingiamo a fare previsioni numeriche come ha fatto qualche sindacalista. Non abbiamo la sfera di cristallo. ma certo non saranno cinquemila e neanche duemila.
Ma in tutto questo nessuno attacca l’assessore. Non avrebbe potuto fare nulla di diverso. solo smettiamola di prendere in giro i siciliani ogni volta che si avvicina una elezione. Siamo un popolo di creduloni ma cominciamo a svegliarci.
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