In via Dogali ne sono tutti convinti. Basta fare un giro per le stanze del palazzo di nove piani del comando della polizia municipale. Tutti a microfoni spenti ripetono la stessa cosa. “Hanno voluto fare uscire la notizia adesso con queste modalità per colpire il comandante Vincenzo Messina. C’è chi non vede l’ora di prendere il suo posto”.
La storia è molto ghiotta. Chi combatte gli abusivi e multa i commercianti e imprenditori non in regola avevano un lavoratore che dieci anni svolgeva un’attività abusiva all’interno del Comando. All’ottavo piano in una zona dove teoricamente possono entrare sono quelli che lavorano nella sala operativa.
La notizia è stata passata, anche se girava in comune dalla scorsa settimana. Pare che i consiglieri siano stati avvisati con una lettera già da alcuni giorni.
Nelle stanze di Villa Niscemi la vicenda era già stata discussa con toni molto pesanti. Comunque sta di fatto che molti vigili urbani si sono stretti al proprio comandante e al barbiere: Luigi Giudice che tutti conoscevano e tutti sapevano la sua storia con il figlio disabile da portare in terapia ogni giorno.
“Chi ha fatto la foto e chi ha preparato l’anonimo è una persona che conosceva perfettamente per quale motivo Luigi entrava al Comando e perchè tutti gli volevamo un gran bene – dicono i vigili urbani – Uno scandalo costruito ad arte sulle spalle delle persone che cercano solo con dignità di portare a casa qualche soldo. C’era chi gli faceva la spesa. Chi gli dava vestiti per i figli. Lo scandalo è in chi ha preparato questa polpetta avvelenata contro il comandante”.
Negli ultimi tempi Luigi Giudice era andato più spesso i caserma. Dopo che il vecchio lavoro nella barberia di via Marinuzzi era finito. Prima era passato part time poi licenziato. Così è stato adottato dal comando.
Aveva affisso un cartello con gli orari. Arrivava alle dieci raccontano i vigili perché prima puliva un anziano a domicilio immobilizzato a letto. Poi finiva nel pomeriggio perché doveva accompagnare il figlio in un centro specializzato per la terapia. “Noi abbiamo solo cercato di aiutare una persona in difficoltà – dicono i vigili urbani – Non è possibile che in questa società non ci sia spazio più per gesti di solidarietà, ma tutto deve essere ridicolizzato. Si parla di accoglienza e aiuto. Credo che in via Dogali non si sia fatto nulla di male. Tranne per chi ha brame di potere e non vede l’ora di utilizzare queste polpette per i suoi obiettivi. Ma chi di porcate ferisce, di porcate perisce. Mi raccomando niente nomi perchè in via Dogali sono molto vendicativi. Non avete visto quanto clamore sul nulla noto da anni. Vergogna”.