Il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne e di genere, è ormai una data nodale nell’agenda mondiale dei movimenti.
Manifestazioni, presidi, iniziative animeranno lo spazio pubblico per reclamare il diritto all’autodeterminazione contro un sistema patriarcale che infligge violenza nei più svariati – e non sempre immediatamente visibili- modi e su tutti i livelli dell’esistenza. In chiave razzista e xenofoba, fra le mura domestiche e nello spazio pubblico, nei luoghi di lavoro e sul piano del welfare, con la criminalizzazione di stili di vita e comportamenti stigmatizzati quali “devianti” sol perché decostruenti il binarismo di genere nella sua esistenza necessaria.
Gli eventi a Palermo
Anche a Palermo, dunque, come in tutto il mondo, la voce transfemminista reclamerà a gran voce il diritto all’aborto libero, sicuro e gratuito, consultori ogni 20.000 abitanti con personale libero da ogni giudizio, salari e accesso alle professioni liberati dalla discriminazione di genere (gender pay gap), educazione sessuale e alle differenze nelle scuole, il riconoscimento e il diritto all’autodeterminazione di persone lgbtqia+ , spazi dentro e fuori le mura domestiche in cui poter costruire comunità, un welfare libero dalle ingerenze di una politica razzista, xenofoba, classista, maschilista, prettamente familistica.
Il movimento Non una di Meno Palermo, insieme ad altre realtà cittadine, propone alla comunità cittadina un calendario di iniziative che agiranno lo spazio urbano con l’ intento di sovvertire una gerarchia di valori che pone al vertice la donna cis, moglie, madre, vittima, ubbidiente, di classe agiata.
L’appello
“Chiamiamo tutte a scendere in piazza per opporre alla militarizzazione delle vite, la rivolta transfemminista contro la violenza, l’oppressione e la povertà. Per fare dell’autodifesa una pratica collettiva di resistenza a questa violenza che sottolineiamo essere strutturale e sistemica, perpetrata sul piano economico e su quello sanitario, sul piano psicologico e quello fisico. Sarà
una manifestazione senza bandiere e trasversale, specchio delle alleanze cittadine costruite in questi anni e di percorsi collettivi costruiti in questi mesi. Una manifestazione che affermerà la necessità di fermare la guerra portata avanti sui nostri corpi: dalle azioni belliche in Ucraina ai femminicidi, transicidi e lesbicidi che dall’inizio di quest’anno in Italia hanno raggiunto quota 91 , dalla condizione e repressione delle donne in Iran alle navi migranti bloccate al porto di Catania sino all’attacco al diritto di aborto” affermano.
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