La Regione Siciliana ricorderà, lunedì 10 giugno, l’assessore ai Beni culturali Sebastiano Tusa, a tre mesi dalla tragica scomparsa nell’incidente aereo in Etiopia.
Alle ore 17, nella Cattedrale di Palermo, si terrà una messa di suffragio, celebrata dall’arcivescovo Corrado Lorefice.
A seguire, nel Palazzo d’Orleans, sono previsti gli interventi commemorativi del governatore Nello Musumeci, del sindaco di Palermo Leoluca Orlando, del rettore dell’Università Fabrizio Micari e dello scrittore e storico Valerio Massimo Manfredi.
Sebastiano Tusa, 66 anni, morto nel disastro aereo del volo Ethiopian airlines diretto a Nairobi, era un noto archeologo molto conosciuto anche a livello internazionale. Un “tecnico” con la passione per la politica.
Sovrintendente del Mare della Regione Siciliana, docente di Paleontologia presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, dall’11 aprile 2018 era stato chiamato a ricoprire la carica di assessore ai Beni Culturali per la Regione Siciliana nella giunta guidata dal Governatore Nello Musumeci dopo le dimissioni del critico Vittorio Sgarbi.
Nel 2003, durante scavi da lui diretti nell’isola di Pantelleria, furono trovati tre ritratti imperiali romani. Nel 2004 viene nominato come primo Sovrintendente del Mare da parte dell’assessorato dei Beni culturali della Regione Siciliana. Ha organizzato missioni archeologiche in Italia, Pakistan, Iran e Iraq. Nel 2005 ha guidato gli scavi a Mozia, riportando alla luce, sulla strada sommersa che conduce all’isola, delle strutture identificabili come banchine. Nel 2008 ha realizzato un film documentario con Folco Quilici sulla preistoria mediterranea a Pantelleria. Gli scavi da lui promossi, e condotti sul campo da Fabrizio Nicoletti e Maurizio Cattani, hanno anche confermato il ruolo di Pantelleria come “crocevia per i mercanti” in epoca antichissima.
Figlio di un altro famoso archeologo, Vincenzo Tusa, sposato con la direttrice del Museo d’Arte contemporanea e moderna di Palazzo Riso a Palermo, Valeria Patrizia Li Vigni, padre di due figli, Vincenzo e Andrea, Tusa era un dirigente della Regione Siciliana. Negli anni novanta era stato responsabile della sezione archeologica del Centro Regionale per la Progettazione e il Restauro. Dopo avere in parte abbandonato la ricerca sul campo, si era occupato di amministrazione dei beni culturali nei ruoli della Regione Siciliana, guidando la Soprintendenza di Trapani. Nel gennaio 2010 era stato nominato Socio Onorario dell’Associazione Nazionale Archeologi.
Nel 2012 era tornato a dirigere la Soprintendenza del mare, prima di essere chiamato dal Governatore Musumeci a ricoprire l’incarico di assessore ai Beni Culturali. L’ultima sua iniziativa di grande richiamo era stata l’allestimento di una mostra di Antonello da Messina al Palazzo Reale di Milano.
Sebastiano Tusa era diretto in Kenia, per partecipare a una conferenza internazionale promossa a Malindi dall’Unesco dopo le ricerche sottomarine condotte dal suo staff, di concerto con il direttore del Museo Nazionale di Malindi Caesar Bita, che avevano evidenziato grosse potenzialità nell’ambito dei ritrovamenti sotto la superficie dell’oceano indiano.
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