Presentato all’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Alessandro Aricò, il progetto “Datos” dell’università di Palermo e del Centro studi filologici e linguistici siciliani che si pone come obiettivo la raccolta capillare dei repertori toponimici popolari concepiti come proiezione delle comunità̀ e del loro modo di interpretare lo spazio, rappresentarlo culturalmente e codificarlo linguisticamente. A esporre l’idea il professore Giovanni Ruffino, presidente del Centro di studi filologici e linguistici siciliani e del tavolo tecnico sull’Identità siciliana che, assieme a Marina Castiglione, Salvatore Trovato e Angela Castiglione, sta lavorando al dizionario atlante dei toponimi orali in Sicilia (Datos).
Progetto significativo
“Si tratta – afferma l’assessore Alessandro Aricò – di un progetto significativo per la Sicilia e che è idealmente in continuità con la legge regionale 9 del 2011 su quella valorizzazione dell’identità siciliana fortemente voluta dal governo Musumeci. Non dobbiamo disperdere la nostra storia, le nostre radici e in questa direzione va il progetto dell’atlante, che rafforza e valorizza il patrimonio linguistico siciliano. Per questo la realizzazione dei quaderni di ‘toponomastica orale’ siciliana, previsti per ogni comune, non è più rinviabile: perché soltanto le generazioni più anziane sono depositarie di questo straordinario patrimonio che rischia di dissolversi. Già con il sostegno della Presidenza della Regione sono stati realizzati i primi rilevamenti tra gli oltre 400 previsti”.
Progetti analoghi in altre regioni d’Italia
Esistono progetti analoghi in via di realizzazione, come quelli della Svizzera italiana, della Val D’Aosta e del Trentino. “Non dimentichiamo – spiega il professore Ruffino – che la Sicilia possiede il patrimonio toponomastico più ricco del Mediterraneo. È sempre più pressante la necessità di un progetto di respiro regionale per la ricerca toponomastica di tradizione orale, come altrove in Italia e all’estero”. Il progetto, già definito in tutte le sue parti, prevede il coinvolgimento di ricercatori e giovani laureati siciliani che, con inchieste condotte sul campo tramite interviste a conversazione guidata, interviste di controllo, osservazione diretta e sopralluoghi, raccoglieranno il materiale utile alla pubblicazione.
La raccolta in un archivio digitale
La raccolta convergerà̀ in un archivio digitale per preservare le informazioni ottenute e salvaguardare un sapere orale che si va estinguendo. Il raccoglitore avrà̀ cura di ricavare le forme toponimiche attraverso le descrizioni, le narrazioni e gli etnotesti in generale prodotti dagli informatori. L’obiettivo è raccogliere i toponimi nella forma popolare-dialettale, ma allo stesso tempo non mancherà il confronto con le fonti documentali, in particolare provenienti dagli archivi locali: dal confronto e dall’analisi delle forme nascerà̀ il vero e proprio “Datos”, che si concretizzerà in una serie di fascicoli dedicati ai singoli centri. Il progetto intende investigare non solo la toponimia rurale, ma anche quella urbana. Nel pianificare la raccolta dei repertori toponimici non si potrà̀ prescindere dall’analisi del paesaggio storico-culturale siciliano e, dunque, dalle specificità̀ areali e microareali che hanno dato luogo a determinate pratiche insediative.
Commenta con Facebook