Mobilitazione per i diritti dei lavoratori stamane a Palermo. Sit-in dei dipendenti del Comune oggi dalle 15,30 in poi a piazza Pretoria, in coincidenza con la seduta del consiglio comunale appositamente convocata per discutere della verifica contabile svolta dal ministero dell’Economia e delle Finanze al Comune di Palermo. Secondo Fp Cgil, Csa Ral e Uil Fpl, che hanno indetto il presidio, “la verifica del Mef rischia di generare danni irreversibili, sia sui servizi resi ai cittadini ma soprattutto sul futuro di tutti i dipendenti comunali”.
“A distanza di dieci anni, non si possono rimettere in discussione situazioni consolidate, col diniego di diritti costituzionali quale il lavoro. Non volendo commentare le scelte tecniche del ragioniere generale dello Stato, sottolineiamo la assoluta mancanza di sensibilità dei tecnici della Ragioneria generale verso la città di Palermo – dichiarano Lillo Sanfratello, Fp Cgil, Nicola Scaglione, Csa Ral, Salvatore Sampino e Ilio Martinez per Uil Fpl, assieme ai gruppi Rsu dei tre sindacati – Al di là dei numeri e del rispetto di alcuni parametri contabili, la questione attiene alla vita concreta e reale di uomini e donne che hanno fondato la loro esistenza nella società su un lavoro (anche precario) che ha garantito fino a oggi i servizi alla città, oltre alla tenuta sociale della comunità palermitana”. “La situazione è grave e i risvolti che si intravedono preoccupanti – aggiungono le sigle della funzione pubblica – Noi lavoratori siamo pronti a difendere i nostri diritti anche in piazza o altrove, se necessario. Non possiamo tornare indietro, non si possono accettare soluzioni tecniche che danneggiano unicamente i lavoratori”.
Scendono in piazza anche i sindacati degli edili del Coime, con un sit-in alle 17 ancora a piazza Pretoria, per difendere lo status di lavoratori degli operai del Coime. Il sit-in con i 675 lavoratori è stato indetto dopo i rilievi mossi dal Mef, che nella verifica contabile svolta al Comune ha definito il personale “eccedente”.
Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno chiesto al sindaco e ai capigruppo di essere ricevuti per un’audizione nel corso della conferenza dei capigruppo, propedeutica al consiglio comunale odierno che ha all’ordine del giorno la verifica contabile del ministero dell’Economia e delle Finanze.
I segretari provinciali chiedono al sindaco e ai capigruppo consiliari di assumere iniziative mirate a correggere gli orientamenti del Mef e invitano lo stesso Comune a rivedere la posizione assunta nelle controdeduzioni, in merito al contratto di lavoro da applicare. “Giova inoltre ricordare – dichiarano le segreterie provinciali di Feneal, Filca e Fillea – che il Comune di Palermo non ha ancora correttamente applicato il contratto di lavoro dell’edilizia, rinnovato nel luglio 2018, e ha disatteso gli accordi sottoscritti che contenevano tra le altre cose l’adeguamento dei buoni pasto”.
Secondo i sindacati degli edili “risulta incomprensibile oltre che inaccettabile che il Mef consideri eccedenti i lavoratori del Coime e ritenga anomala l’applicazione del contratto dell’edilizia in favore dei lavoratori”. “L’applicazione del contratto dell’edilizia – dicono i segretari di Feneal, Filca e Fillea – trae motivazione dalla natura delle attività svolte dai lavoratori. Sin dal primo contratto hanno svolto lavori edili e sono stati decisi l’assoggettamento dei lavoratori al contratto del pubblico impiego e l’esclusione dalla pianta organica del Comune.
Nella richiesta di incontro al Comune, i sindacati ripercorrono tutta la cronistoria dei mille edili del Dl 24 assunti a palazzo delle Aquile il 12 febbraio 1986. Il decreto fu poi convertito in legge (legge 96) il 9 aprile del 1986, con uno stanziamento di 25 miliardi di lire da parte del ministero degli Interni per la realizzazione di interventi di manutenzione e salvaguardia del territorio, del patrimonio artistico e monumentale. Il Comune fu autorizzato ad assumere fino a mille lavoratori, da avviare al lavoro con la chiamata numerica del personale iscritto nelle liste di collocamento con qualifiche del settore edilizio.
Il Comune, con le disposizioni di legge emanate di anno in anno dal governo nazionale, ha prorogato i rapporti di lavoro, continuando a utilizzare i lavoratori nelle attività di manutenzione ordinaria del patrimonio edilizio, con la precisa scelta di svolgere in proprio e in economia i lavori, sottraendoli a quel tempo a un mercato dell’edilizia inquinato dalla mafia.
In attuazione della legge emanata il 5 giugno del 1998 (n. 176), nel novembre del 2000 si è proceduto alla stipula del protocollo di intesa tra il Comune di Palermo, il ministero degli Interni e il ministero del Tesoro. La sottoscrizione del protocollo ha sancito l’assunzione del personale ex del 24 con contratto a tempo indeterminato di diritto privato. Nel protocollo le parti hanno specificatamente escluso la costituzione del rapporto di lavoro del pubblico impiego per i lavoratori ed è stato escluso il loro inserimento nella dotazione organica del Comune, su espressa richiesta dei funzionari dei ministeri, condivisa dall’amministrazione comunale.
Le somme riconosciute dal ministero dell’Interno al Comune di Palermo sono state assegnate come “investimenti, il Comune si è dotato di un piano industriale e si è impegnato a redigere un piano produttivo annuale con l’individuazione delle opere edili da realizzare con il Coime. Le attività svolte nell’ambito del programma annuale sono rendicontate al fine del riconoscimento del contributo statale. La Corte dei Conti, il 10 dicembre 2010, ha deliberato che le azioni correttive poste in essere dal Comune di Palermo, attivate dopo i rilievi mossi dalla stessa Corte, che hanno consentito di certificare la corretta imputazione e il corretto utilizzo delle somme stanziate in favore del Comune di Palermo.
L’avvio immediato dei tavoli tematici su opere pubbliche, politiche sociali e sulle aziende Amat, Rap, Reset e Amg annunciati a novembre, un piano di assunzioni nelle partecipate per migliorare i servizi offerti ai cittadini, il rilancio del cantiere navale, del porto di Palermo e dei progetti per le infrastrutture della città. Sono alcune delle richieste avanzate dai sindacati, Cgil Cisl Uil Palermo, ieri sera durante l’incontro che si è svolto a Villa Niscemi con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e alcuni assessori della giunta comunale. L’incontro fa seguito al primo, che si è tenuto lo scorso 28 novembre, con l’obiettivo di rilanciare Palermo e risolvere i nodi che limitano lo sviluppo della città.
“Abbiamo ribadito – spiegano Enzo Campo segretario Cgil Palermo, Leonardo La Piana segretario Cisl Palermo Trapani e Gianni Borelli coordinatore Uil Palermo –, che per tutte le scelte e i progetti strategici per lo sviluppo di Palermo, per la soluzione dei problemi che da sempre affliggono la città, è necessario un coinvolgimento dei sindacati a ogni passo dei percorsi da seguire, e non soltanto in fase di emergenza come avvenuto finora. Un dialogo a 360 gradi con i sindacati che in quanto rappresentanti degli interessi dei lavoratori e dei cittadini, possono dare il loro fondamentale contributo”.
“Il primo cittadino ci ha illustrato i progetti per la città sul fronte delle opere pubbliche, per la stabilizzazione dei precari nel corso del 2019, per la valorizzazione del porto, della ex Manifattura tabacchi, l’ampliamento dei cimiteri, gli investimenti per il potenziamento delle linee tranviarie, quelli per il recupero di alcune chiese del centro storico, ma soprattutto su come l’amministrazione comunale affronterà la vicenda dei rilievi del Mef per garantire gli attuali livelli occupazionali. Tutti interventi che valutiamo positivamente se gli obiettivi restano la tenuta occupazionale e dei servizi ai cittadini”.
“A partire dalle Partecipate – spiegano Campo, La Piana e Borrelli –, spesso alcune dichiarazioni dei Presidenti hanno creato tensioni fra i lavoratori e disservizi, bisogna far partire subito il tavolo tematico con le nostre federazioni di categoria e i responsabili delle aziende, in modo tale da discutere insieme dei piani industriali, dei rinnovi dei contratti di servizio e soprattutto di un piano di assunzioni che possa migliorare i servizi”. Urge, hanno ribadito Cgil, Cisl e Uil, dunque una mappa completa del fabbisogno di personale, le carenze, il turn-over che potrebbe scattare nelle aziende legato anche alla quota 100 per circa mille persone, rispettando gli accordi sulla mobilità.
“Abbiamo discusso inoltre – affermano i sindacalisti –, di come si possano orientare i progetti legati al reddito di cittadinanza con attività mirate a migliorare le condizioni della città. Altro tema è stato il progetto di rilancio dei cantieri navali da affrontare nell’ambito di un tavolo con azienda, Comune e sindacati e che abbia come obiettivo il futuro di Fincantieri legato alla valorizzazione del porto di Palermo e dei quartieri che ricadono sulla costa palermitana”. Sul fronte di tematiche legate al lavoro inoltre i sindacati hanno espresso preoccupazione sul futuro dei posti di lavoro del settore dei call center. “Temiamo l’impatto che potrebbe subire il settore nel territorio palermitano per via del decreto dignità, alcune grandi aziende in altre regioni non hanno rinnovato i contratti a tempo determinato, e su questo serve un impegno comune”.
Al centro dell’incontro anche le richieste dei sindacati sul miglioramento dei servizi sociali, gli interventi per arginare il dissesto idrogeologico e ricostruire una rete di strade provinciali funzionante. “Serve l’impegno di tutti, compresa l’opposizione al consiglio comunale che pur con il suo ruolo critico, deve essere responsabile mantenendo l’obiettivo fondamentale del rilancio della città di Palermo” concludono Campo, La Piana e Borrelli.
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