Sciopereranno per otto ore il prossimo 13 marzo i lavoratori della Sispi, una delle partecipate del Comune di Palermo. Ad annunciarlo sono i segretari di Fim Cisl e Fiom Cgil Palermo Antonio Nobile e Francesco Foti insieme alle loro Rsu Fim Giuseppe Di Giorgio e Giuseppe Miltello e Fiom Antonio Flaccomio, in  una lettera in cui chiedono un incontro al sindaco, alla conferenza dei capigruppo e alle commissioni consiliari competenti per “esporre le esigenze dei dipendenti e per chiedere di correggere gli atti di indirizzo contenuti nelle delibere già proposte, in primis per ciò che riguarda il personale della Sispi attuale e futuro”.

Ritrovo davanti a Palazzo delle Aquile

Lo stesso giorno dello sciopero, sindacati e lavoratori si ritroveranno a manifestare davanti la sede del Comune a Palazzo delle Aquile.

I sindacati, “Sindaco e consiglio giungano al rinnovo del contratto”

“Dopo quasi due anni dalle elezioni l’amministrazione Lagalla e il consiglio comunale di Palermo tutto, devono darsi una mossa per giungere al rinnovo del contratto di servizio e all’approvazione del nuovo piano industriale della Sispi senza indugi e senza ulteriori ritardi. Le beghe e i tempi della politica palermitana tengono da quasi due anni in stallo una società che per il Comune di Palermo rappresenta una voce di entrata del bilancio dell’Ente e non una voce di uscita come alcuni soggetti miopi e senza visione amministrativa credono che sia”.

Fim e Fiom spiegano “soltanto un terzo del fatturato della Sispi è a carico del bilancio dell’ente come costo per la conduzione tecnica, mentre gli altri due terzi (che recuperano ampiamente la conduzione tecnica), sono frutto di progetti di sviluppo che l’azienda svolge attraverso finanziamenti dal PNRR, producendo quindi nuovi servizi e utili economici che il socio unico, nonché unico azionista Comune di Palermo, può benissimo incamerare e utilizzare a sua scelta”.

“I lavoratori hanno garantito piena operatività”

I sindacati aggiungono “abbiamo atteso quasi un anno dalle elezioni, soltanto per la nomina del nuovo CDA con il risultato di avere aggravato una situazione già delicata e avere accumulato ulteriori ritardi a partire dal contratto di servizio, ormai scaduto così come scaduto è il contratto integrativo aziendale. I lavoratori hanno garantito la piena operatività di Sispi e supporto al Comune anche durante la pandemia, e come premio del loro impegno, hanno ottenuto incertezza per il loro futuro e una previsione di decurtazione pesante del contratto aziendale”.

“Abbiamo assistito a tanti balletti della politica con approvazioni e revoche rispetto al contratto di servizio, un continuo rinvio e una continua perdita di tempo che sta mettendo a rischio la tenuta dell’azienda, gravata da una immensa richiesta di servizi da parte del Comune e, contemporaneamente, da un organico che a causa dei pensionamenti è passato da circa 120 dipendenti agli attuali 100”.

“Pref non può e non deve intaccare voci fatturato”

Fim e Fiom concludono “riteniamo infine che il piano di riequilibrio economico e finanziario dell’ente non può essere caricato solo sulle spalle dei lavoratori delle partecipate pensando di tagliare le retribuzioni dei dipendenti, frutto del contratto di secondo livello, vietando assunzioni necessarie e impedendo meritate progressioni economiche e di carriera. Tra l’altro proprio in un momento in cui il potere d’acquisto dei salari e il costo della vita sono un disastro per le famiglie! Inoltre il PREF non può e non deve intaccare le voci del fatturato aziendale che non sono a carico del bilancio del Comune. Tutto questo è inaccettabile”.

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