Slitta la sentenza per Giovanni Buscemi, Carlo Russo e Marco Neri, accusati di mafia ed estorsioni. La corte d’appello di Palermo, che era entrata in camera di consiglio per la decisione, è uscita con un’ordinanza nella quale dispone di risentire la vittima del pizzo.
Il processo è nato dopo l’aggressione a colpi di martello a un commerciante di Palermo che si era rifiutato di pagare. In primo grado sono stati assolti Angelo De Stefano e Cherki El Ghana, che erano accusati del tentativo di omicidio del negoziante, e Marco Neri accusato di mafia ed estorsione.
La procura ha però fatto appello solo per quest’ultimo. Buscemi e Russo, che non rispondevano dunque del pestaggio, erano stati condannati a 16 anni ciascuno.
La vittima, che è stata picchiata selvaggiamente il 2 novembre 2013 con colpi di mazzuolo davanti al suo negozio di casalinghi nel quartiere Noce, ha raccontato agli inquirenti la vicenda che aveva portato all’aggressione, poi ripresa dalle telecamere di sorveglianza.
Nella vicenda furono implicati anche Giuseppe Castelluccio e Massimiliano Di Majo, sono stati condannati a 16 anni con il rito abbreviato.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la vittima non avrebbe chiesto “l’autorizzazione” per aprire il locale e in più si rifiutava di pagare il pizzo, dopo aver ricevuto anche uno “sconto” da tremila a 1.500 euro.
Lo “sbirro” – così è stato chiamato più volte dai suoi aggressori – aveva anche bluffato, dicendo di essere andato dalla polizia a denunciarli.
Così era partita la spedizione punitiva: serviva un’aggressione severa, esemplare, un monito a tutti gli altri commercianti della città.
Adesso la corte vuole risentire il commerciante su una telefonata ricevuta qualche ora prima dell’agguato. La sua deposizione è fissata per il 6 ottobre.
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