Dopo i sit-in davanti al tribunale è arrivato l’incontro tra Graziella e Ninni Domino, i genitori del piccolo Claudio, ucciso con un colpo di pistola in faccia il 7 ottobre 1986 a Palermo, e il procuratore capo Francesco Lo Voi e l’aggiunto Salvatore De Luca.
“Oggi si è messa una piccola pietra per provare a costruire una verità sulla fine di nostro figlio”, hanno detto – Graziella e Ninni Domino.
Oggi i genitori di Claudio, a quasi 35 anni dai fatti senza che ci sia mai stato un processo o indagini approfondite, hanno incontrato chi sta coordinando le indagini che hanno avuto un nuovo impulso dopo le dichiarazioni dei pentiti.
I pm palermitani non hanno rilasciato dichiarazioni, ma da quanto viene riferito dai familiari ci sarebbero nuovi aspetti che si stanno valutando sulla vicenda che tanto clamore sollevò all’epoca, mentre il maxi processo era in pieno svolgimento e che indusse i boss a fare una dichiarazione in aula per dire: non siamo stati noi.
Il lavoro di ricostruzione e collazione dei fatti, delle carte e dei verbali sarà particolarmente complicato considerando che molti di questi sono datati e non digitalizzati.
“Oggi è un bel giorno – dicono Graziella e Ninni Domino – perché , dopo 34 anni di silenzio siamo stati ricevuti dai magistrati e questo, seppur il dolore resta immutato, ci fa credere ancora di più nelle istituzioni”.
La madre una settimana fa aveva già protestato davanti al palazzo di giustizia, chiedendo di essere ascoltata dal procuratore generale Roberto Scarpinato, perché aveva appreso dalla televisione che nell’omicidio di suo figlio sarebbe coinvolto Giovanni Aiello, il poliziotto ormai deceduto più noto alle cronache come “faccia da mostro”.
Nessuno ci ha mai informato di questa pista, – ha detto la mamma intervenuta a Casa Minutella e intervistata da Massimo Minutella- non siamo mai stati convocati da una Procura, l’abbiamo appreso l’altra sera, guardando il programma ‘Atlantide’ su La7, in cui si è sostenuto che Luigi Ilardo, l’ex boss di Caltanissetta ucciso nel 1996, dopo che aveva deciso di collaborare con la giustizia, avrebbe rivelato all’allora colonnello dei carabinieri Michele Riccio che tra gli omicidi compiuti da Aiello ci sarebbe anche quello di mio figlio”.
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