“Tutto è iniziato a luglio dello scorso anno. Rosario Cilona si è presentato in chiesa durante la messa si è avvicinato all’altare. Aveva in mano un pezzo di vetro con il quale minacciava di tagliarsi le vene. Per quanti assistevano a quella messa è stato terribile. Perché poco dopo quell’uomo si è tagliato davvero le vene”.
Inizia così il racconto dei frati della chiesa di San Francesco di Paola a Palermo. Frati che in questi mesi hanno vissuto un incubo. Ad essere preso di mira non è stato il parroco, ma un frate che alla fine è stato costretto a presentare denuncia.
“Cilona è stato soccorso dai sanitari del 118 e trasportato in ospedale. Non appena è stato curato si è presentato di nuovo da noi – aggiungono i frati – Da quel momento lo abbiamo accolto. Lo abbiamo assistito in ogni modo: vestiti, soldi, e solidarietà. Con il passare del tempo quelle richieste sono diventate sempre più pressanti. Soprattutto nei confronti di un frate di 34 anni che si era preso cura in prima linea dell’uomo. Abbiamo subito furti, anche di paramenti. Soldi che sparivano. Minacce durante la celebrazione della messa con Rosario che arrivava sull’altare e disturbando la celebrazione. Poi si è arrivato alla violenza”.
Quel giorno quando è stata presentata la denuncia è stato lo stesso Cilona a chiamare i carabinieri e dire che stava dando a dare fuoco alla chiesa.
“I carabinieri sono arrivati in chiesa è hanno assistito a quanto ha cercato di fare in chiesa – continuano i frati – L’uomo si è presentato con della benzina. L’ha gettata a dosso al frate. E’ andato nel portone e ha continuato a gettare la benzina. L’intervento dei carabinieri ha bloccato l’azione violenta di Rosario. Noi abbiamo fatto di tutto per cercare di salvarlo e di stargli vicino, ma alla fine la condizione era ingestibile”.