E’ stata un’ex insegnante della scuola Falcone a denunciare a febbraio del 2022 che i numerosi progetti finanziati dall’unione europea su richiesta della scuola non venissero attuati in maniera diligente e completa. Era prassi fra i docenti di raccogliere le firme degli alunni su fogli presenza, non essendo state apposte contestualmente durante le ore di svolgimento delle attività finanziate, poiché per lo più le attività soprattutto di pomeriggio venivano disertate dagli studenti.
Le firme raccolte a inizio anno
Capitava spesso che le firme venissero raccolte ad inizio d’anno scolastico. Alcune insegnanti raccontavano che erano state convocate in presidenza per mettere a posto le pratiche cercando le firme necessarie ad attestare la presenza. Nel corso della denuncia l’insegnante che adesso insegna in un’altra scuola ha fornito anche audio WhatsApp nei quali le insegnanti raccontavano quanto accadeva. Le indagini dei carabinieri hanno confermato quanto raccontato dall’insegnante e così sono scattati prima gli arresti e adesso i sequestri nei confronti di una decina di insegnanti che avevano percepito soldi dai progetti europei.
Le ammissioni
E’ stata la stessa dirigente Daniela Lo Verde nel corso di un interrogatorio a settembre dello scorso anno ad ammettere la prassi delle firme false. Ha dichiarato che Daniele Agosta, vicepreside, “lavorava poco” nonostante fosse stato nominato referente per quasi tutti i progetti e fosse necessaria la presenza contestuale di esperto e tutor. Nel corso dell’interrogatorio ha affermato che i due moduli nel progetto “Funny”, nei quali era stata nominata la figlia non erano mai stati avviati.
“L’anno prossimo io non ne faccio più Pon – diceva la preside intercettata – Tanto a me non mi pagano, bambini non ne vengono. Se mancano i bambini perché non li hai fatti firmare, me lo devi portare completo che discorsi sono. Basta non posso più vivere in mezzo agli imbrogli”.
I progetti della scuola
I progetti Pon organizzati alla scuola Giovanni Falcone allo Zen erano tanti e dai buoni propositi per cercare di integrare gli alunni in quartiere difficile di Palermo per contrastare il fallimento formativo precoce e la povertà educativa.
“Giochiamo insieme divertendoci e imparando”, “Cresco nel rispetto”, “Conoscere per conoscersi”, “Cresco e imparo, “Io competente in”. Peccato che ai corsi hanno preso parte pochissimi ragazzi del quartiere e i soldi del progetti sarebbero finiti non solo nelle tasche della preside Daniela Lo Verde e del vicepreside Daniele Agosta, arrestati ad aprile dello scorso anno con l’accusa di concussione e peculato, ma anche ad altri 13 insegnanti impegnati come esperti o tutor. Non appena nel 2022 era arrivata la proroga delle indagini preliminari preside e vicepreside cercarono di sistemare i fogli presenza degli alunni che hanno partecipato ai corsi.
“Non ho capito cosa si deve fare con questi fogli firma”, diceva la preside Lo Verde intercettata mentre parlava con il vicepreside Agosta, “Che domani mattina si scende, si fanno firmare gli altri bambini, tranne quelli che si sono ritirati e si caricano” risponde il vicepreside. “Ha cominciato a fare traccheggi”, dice la dirigente scolastica.
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