C’è anche un ex concorrente del Grande Fratello tra gli indagati nell’inchiesta della dda di Palermo sui clan mafiosi dell’Arenella e dell’Acquasanta. E’ Daniele Santoianni, che ha partecipato alla decima edizione del reality, e che ora è ai domiciliari con l’accusa di essere un prestanome del clan.
Santoianni era stato nominato rappresentante legale della Mok Caffè S.r.l., ditta che commerciava in caffè, di fatto nella disponibilità della cosca.
“Con ciò – scrive il gip – alimentando la cassa della famiglia dell’Acquasanta e agevolando l’attività dell’associazione mafiosa”.
Santoianni è nato il 21 giugno 1981 a Termoli, in provincia di Campobasso, è alto 1,85 e pesa 75 chili si legge nella sua scheda della trasmissione tv.. Occhi verdi, capelli castani, è un uomo dalla forte personalità, molto socievole e diretto.
Prima della partecipazione al Gf10, ha raccontato di aspettare questa opportunità di riscatto in quanto vittima della crisi economica. Santoianni, infatti, è un ex broker e la sua società è fallita.
“Pensavo che il mio fosse un futuro da manager” ha raccontato Santoianni “invece mi sono ritrovato a spedire, senza fortuna, migliaia di curricula in giro“. Dopo il fallimento della sua società, Daniele Santoianni ha fatto il consulente e il pr per una discoteca milanese.
Nel blitz di oggi che ha portato a 91 arresti finiscono sotto sequestro beni per circa 15 milioni di euro, fra immobili e attività commerciali (bar, imprese di imballaggi e manutenzioni nautiche, centri di scommesse on line, negozi di frutta verdura e una fabbrica di ghiaccio). Sotto sequestro una dozzina di cavalli spediti a gareggiare in giro per l’Italia.
Alcuni locali sono molto noti e il loro scintillio attira la clientela degli aperitivi alla moda e della buona cucina nelle vie più in della città.
Tutti i 91 arrestati dalla Guardia di Finanza di Palermo sono indicati come boss, gregari, estortori e prestanome di due storici clan palermitani. Il maxiblitz, coordinato dalla Dda di Palermo guidata da Francesco Lo Voi, ha colpito i clan dell’Acquasanta e dell’Arenella. In manette sono finiti esponenti di storiche famiglie mafiose palermitane come quelle dei Ferrante e dei Fontana. Le accuse contestate sono a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, riciclaggio, traffico di droga, frode sportiva e truffa.