Una nota stampa diffusa ieri da Igt Terre Siciliane ha informato le testate giornalistiche di quanto segue: “Il Tar del Lazio ha rigettato la richiesta di sospensione proposta dalla società Duca di Salaparuta S.p.A. dei provvedimenti del Ministero delle Politiche Agricole di modifica dei disciplinari della Igt Terre Siciliane e della Doc Sicilia. Grillo e Nero d’Avola restano quindi nella Doc Sicilia. L’ordinanza del Tar consente a Duca di Salaparuta, ancora e soltanto per la campagna vendemmiale in corso, l’indicazione in etichetta della Igt dei vitigni Grillo e Nero d’Avola secondo il disciplinare precedente alle modifiche oggetto di contestazione, purché l’azienda si impegni al momento dell’approvazione definitiva del disciplinare da parte dell’UE, a ritirare dal mercato i propri vini Igt , con l’indicazione in etichetta dei vitigni Grillo e Nero d’Avola”.
Stamane Duca di Salaparuta S.p.A. diffonde una nota per “rettificare l’erroneo comunicato stampa di Associazione Igt Terre Siciliane”.
Ecco quanto viene spiegato: “Tale comunicato stampa plaude ad una decisione del TAR del Lazio che ha sospeso il decreto del Mipaaf (Ministero Politiche Agricole) con il quale era stato vietato comunicare al pubblico, nell’etichettatura, che i vini IGT, vendemmia 2017, contenenti almeno 85% Nero d’Avola e Grillo, siano, appunto, rispettivamente, “NERO d’AVOLA – TERRE SICILIANE IGT” e “GRILLO – TERRE SICILIANE IGT”
Erroneamente, l’Associazione “IGT Terre Siciliane” sostiene che il ricorso di Duca di Salaparuta S.p.A. sarebbe stato respinto, mentre invece esso è stato, appunto, accolto. Inoltre, sempre erroneamente, il comunicato dell’Associazione afferma che la decisione del TAR abbia confermato la correttezza delle decisioni del Mipaaf, mentre è evidente che, se il TAR Lazio ha sospeso l’efficacia del decreto, sia pure limitatamente a chi ha fatto ricorso, non è perché abbia riconosciuto la correttezza del decreto medesimo, ma, all’esatto contrario, perché ne ha delibato la illegittimità: il TAR non può sospendere un provvedimento che considera legittimo.
Duca di Salaparuta precisa in proposito che i termini per il ricorso al TAR sono ancora aperti, in quanto il decreto del Mipaaf è stato pubblicato nella seconda metà di luglio e quindi può essere impugnato da qualunque altro interessato entro metà ottobre”.
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