E’ stato depositato nella serata di ieri al Tribunale amministrativo regionale Sicilia il ricorso del Governo nazionale contro l’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci che prevede la chiusura degli hotspot e dei centri di accoglienza per migranti presenti sull’isola. Il governo ha scelto non la strada dell’impugnativa Costituzionale ma quella del ricorso amministrativo. Una ‘furbata’ giuridica che permette all’esecutivo di non convocare il Consiglio dei Ministri e procedere con la firma congiunta del premier Giuseppe Conte e del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. Base del ricorso statale è la competenza.I migranti, infatti, sono una competenza esclusiva statale.
Oggi il presidente del Tar di Palermo Calogero Ferlisi prenderà visione dell’atto e stabilirà le tappe per esaminarlo. E’ possibile che oggi stesso venga emesso un provvedimento d’urgenza del presidente in attesa della valutazione collegiale sulla richiesta di sospensiva per poi entrare successivamente nel merito. L’avvocatura di Stato rappresenterà il Governo nazionale, mentre la Regione Siciliana sarà presente con l’ufficio legale della Presidenza della Regione.
La Sicilia, infatti, resisterà contro il ricorso e lo farà sostenendo che lo Stato erra nell’imputazione di competenza. L’ordinanza del presidente della Regione, infatti, non verte sul tema dei migranti ma sul tema sanitario, competenza che la riforma costituzionale del 2011 assegna alla Regione. Per la precisione la materia sanitaria è competenza concorrente fra Stato e Regione e la tutela della salute è competenza del Presidente della Regione.
L’esito, dunque, del ricorso è tutt’altro che scontato anche se la sinistra vuole farlo passare come tale. Anche nell’emissione di una sospensiva il Presidente prima e il collegio dopo dovranno tenere conto di due diverse esigenze ‘urgenti’ che possono recare ‘periculum in mora’. La Regione sosterrà la priorità della salute esistendo un rischio di contagio fra i migranti per effetto della promiscuità.
Il Tar avrà un compito complesso e articolato e le scelte possibili non saranno soltanto due. Potrà essere emanata una sospensiva oppure essere respinta ma esiste la terza via. Il Tar potrebbe rilevare la competenza incerta dettata dalla legge e dunque sollevare il quesito davanti alla Corte Costituzionale.
Quale che sia la scelta l’eventuale sospensiva, che sia accolta o respinta, non chiuderà la vicenda i cui aspetti tecnico giuridici saranno affrontati solo nel giudizio di merito.
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