Nello Musumeci da un lato, Roberto Lagalla dall’altro. Giorgia Meloni in Sicilia arriva a sostegno dei suoi candidati e lo fa in vista delle amministrative per le quali si vota fra dieci giorni, ma insiste anche sul suo candidato presidente della regione, Nello Musumeci
“Fratelli d’Italia è stato il primo partito nazionale a sostenere la mia candidatura. Ha compiuto un grande gesto di generosità e coraggio, aprendo la la strada alla ricomposizione del centrodestra a Palermo. Un valore, quello dell’unità, da perseguire e coltivate. Anche perché solo se uniti e vigili nei confronti del governo nazionale potremo ottenere per Palermo ciò che è stato garantito a Torino e Napoli, finanziati con oltre un miliardo di euro ciascuno”. Così il candidato sindaco di Palermo del centrodestra Roberto Lagalla, a margine della manifestazione elettorale di Fratelli d’Italia nel capoluogo siciliano realizzata intorno a Giorgia Meloni. La leader di FdI è sbarcata a Messina per sostenere il candidato Maurizio Croce, poi è arrivata a Palermo per Lagalla ma senza mai dimenticare Musumeci che l’ha accompagnata per tutta la giornata.
“Io e Giorgia Meloni abbiamo un grande valore che ci accomuna: la coerenza. Abbiamo idee chiare, obiettivi precisi e non ci scomponiamo più di tanto di fronte a certe insinuazioni e preconcetti utilizzati contro di noi dagli avversari politici. Lo fanno, proprio perché soffrono la nostra coerenza. Loro che coerenti non sono” ha aggiunto Lagalla.
“Bisogna dirlo – aggiunge – con chiarezza e forza: chi in queste settimane si erge a ‘certificatore’ della legalità altrui non ha mai preso le distanze da una certa antimafia, oggi alla sbarra, che ha inquinato l’isola negli anni del governo Crocetta”. “Fratelli d’Italia – conclude Lagalla – è stato il primo partito nazionale a sostenere la mia candidatura. Ha compiuto un grande gesto di generosità e coraggio, aprendo la la strada alla ricomposizione del centrodestra a Palermo”.
“In Sicilia stiamo registrando entusiasmo intorno all’esperienza di governo di Nello Musumeci alla Regione. I dati dicono che oggi la Sicilia svetta in moltissime classifiche. Stiamo parlando della prima regione del Sud per stazione appaltante, della Regione più attenta ai disabili e che ha speso meglio i fondi europei” ha detto la presidente di FdI, che insiste sul concetto base di questa campagna. Il suo partito punta ad essere primo per poter dettare l’agenda e il candidato in vista proprio delle regionali
Ma anche se tante cose dividono FdI dagli alleati, certamente il no al reddito di Cittadinanza unisce la coalizione “Pensiamo di risolvere il problema dei giovani che scappano, con il reddito di cittadinanza. Non sono d’accordo. Se si vogliono migliorare davvero le loro condizioni di vita, occorre dargli un lavoro ben retribuito che rompa la dipendenza dalla politica. E diciamo la verità: se togliamo questa ‘paghetta’ chi li vota più i 5 Stelle?”.
“Se tu prendi le persone che sono in difficoltà e le mantieni facendole dipendere dalla politica – ha aggiunto – la loro condizione non la stai migliorando, ma la stai sospendendo. Perché se la vuoi modificare l’unico modo per farlo è di dare loro la dignità di un lavoro ben retribuito e che li liberi dalla dipendenza della politica. Io non accetto una classe politica che ti dà la ‘paghetta’ così sei costretto a votarla. Le persone non vogliono dipendere dalla politica. Ma uno Stato giusto – ha osservato Giorgia Meloni – non mette sullo stesso piano dell’assistenzialismo chi può lavorare e chi no. Lo Stato giusto assiste anziani, disabili, chi non può lavorare veramente. E se tu li metti tutti sullo stesso livello colpisci il più debole. Il paradosso oggi in Italia è che un ragazzo di 20 anni, di ottima salute, può prendere fino a 780 euro con Reddito di cittadinanza e un disabile prende una pensione di invalidità di 280 euro. Ma che Stato e? Il Reddito di cittadinanza è anche uno strumento fortemente diseducativo perché al ragazzo di 20 anni lo Stato dice: stattene a casa non ho bisogno di te. L’altra grande occasione persa – ha sottolineato la presidente di FdI – è il merito: i ‘sessantottini’ ci hanno rovinato con l’idea che il merito è nemico dell’uguaglianza. E allora devi livellare, e lo avviene sempre verso il basso. Bisogna garantire uguaglianza nel punto di partenza, poi dove arrivi dipende da te. Perché uno non vale uno, queste idiozie che ci hanno portato degli ‘scappati di casa’ al governo della nazione ci hanno devastato, ci dobbiamo ribellare. Il merito è la benzina del mondo”