Si apre la sfida interna alla coalizione di Centrodestra in Sicilia con qualche rischio per la maggiorana che sostiene il governo della Regione. Le prime avvisaglie di scontro erano arrivate subito, poche ore dopo al conclusione dello spoglio. come vi aveva raccontato BlogSicilia a non riconoscere la vittoria di Forza Italia, primo partito nell’isola al 23%, era stato il capogruppo dio fratelli d’Italia all’Ars, Giorgio Assenza secondo il quale Fratelli d’Italia resta il primo partito nell’isola, il più votato “considerando che la lista di Forza Italia è un contenitore pure di decine di migliaia di consensi provenienti da Mpa, Noi Moderati e Dc”.

Fratelli d’Italia si considera sempre il primo partito

A ribadire questa tesi in una intervista al giornale La Repubblica, adesso, è anche il vice capogruppo di FdI alla Camera dei deputati, l’ex assessore regionale del governo Musumeci Manlio Messina secondo il quale “Giorgia meloni ha spopolato in tutta la Sicilia”. Sul dato di Forza Italia dice “E’ un risultato che rafforza la coalizione ma ci sono centro Lombardo, Cuffaro, Noi Moderati”.

Secondo l’uomo di ferro della Meloni non si tratta di un dato attribuibile a Forza Italia “Ci sono dentro un insieme di partiti, alcuni dei quali da soli non avrebbero superato lo sbarramento mentre il,dato della lista azzurra sarebbe stato molto più basso”.

Nessuna concessione agli alleati

Per questo FdI non intende concedere nulla agli alleati e risponde a distanza al campione di voti Edy Tamajo secondo il quale occorre rivedere qualcosa. E lo fa con una provocazione in pieno stile FdI “Se Tamajo ritiene che debbano cambiare gli equilibri allora sì, cambiamoli. Noi siamo pronti a chiedere un assessore in più”.

Per Messina quando c’è in pista un candidato radicato nel territorio è normale che si realizzino record id preferenze ma non cambia nulla e se cambia deve essere a favore di Fratelli d’Italia. Un atteggiamento che difficilmente gli altri potranno accettare

Il dato di Palermo

Messina ammette, però,  che ci sarà da guardare con attenzione al dato di Palermo dove il partito arriva solo quarto ma lo relega ad un problema di organizzazione locale e di scelta della rappresentanza territoriale, di scelta, insomma, dei candidati “A Catania c’erano due catanesi a palermo soltanto uno”

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