Prosegue la guerra per la presidenza della Camera di Commercio di Palermo, tra Patrizia di Dio, presidente di Confcommercio Palermo ed Alessandro Albanese, presidente di Confindustria Palermo.
Dopo la denuncia alla Procura della Repubblica sugli elenchi “gonfiati”, Confcommercio Palermo ha notificato, attraverso il suo legale Alessandro Dagnino, ricorso al TAR Sicilia per ottenere l’annullamento del decreto dell’Assessore regionale Attività produttive 244 dell’11 dicembre 2015, che assegna i seggi alle singole associazioni.
Lo scorso febbraio centinaia di iscritti a Confcommercio tra cui molti agenti di assicurazione ed artigiani erano passati a Confindustria, dando a quest’ultima diritto ad un numero maggiore di seggi per le elezioni alla presidenza della Camera di Commercio, principale interlocutore della Regione per quanto attiene gli scambi commerciali.
Una situazione mal digerita da Patrizia Di Dio, che ha anche presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Palermo per denunciare “una situazione talmente eclatante da diventare quasi atroce”.
Sulla vicenda interviene adesso Alessandro Albanese, che prova a riportare la calma ribadendo l’intenzione di un modello di guida della Camera di Commercio che abbia come obiettivo precipuo l’interesse degli associati.
“Le associazioni di categoria – dice – chiedono che ci sia la massima trasparenza possibile, questa si può realizzare soltanto attraverso una verifica di tutte le aziende che fanno parte di Confindustria e che noi siamo disponibili a fare.
Bisogna accertarsi che tutte le procedure ed i dati forniti siano chiari, trasparenti e verificabili”.
E ancora: “Noi ci basiamo su programmi per una gestione seria della Camera di Commercio, che non è possibile affidare ad una competizione elettorale. Quello che ci interessa è un progetto sano di sviluppo“.
Gli fa eco Nunzio Reina, presidente di Confartigianato Palermo: “Le associazioni qui riunite chiedono principalmente trasparenza, per i numeri delle imprese dichiarate, mi sa tanto che ci sono più imprese dichiarate dalle associazioni e meno iscritti alla Camera di Commercio, sarebbe giusto verificarle tutte e dopo di che parlare di un programma per portare avanti la Camera di Commercio. Ci interessa la progettualità, non le poltrone, l’importante è che non tocchino la mia, che è quella di barbiere“.