L’iter che potrebbe portare al debutto, in tempi brevi, del cosiddetto super Green pass ha preso ufficialmente il via. In un primo incontro interlocutorio con il governo, le Regioni hanno chiesto di “premiare chi si vaccina“, spingendo per dare il via libera al provvedimento che prevede restrizioni per chi ha deciso di non sottoporsi al ciclo vaccinale. Ma alcune Regioni si sono spinte più avanti e, sulla scia della crescente preoccupazione, avrebbero chiesto un super green pass per vaccinati e guariti da far scattare anche in zona bianca. Tutti i governatori hanno comunque sottolineato la consapevolezza della necessità di agire il prima possibile.
Nodo obbligo vaccinale
Al vertice, al quale hanno partecipato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e i ministri della Salute e degli Affari regionali, Roberto Speranza e Mariastella Gelmini, che è solo l’inizio di un percorso complesso, che prevede di sciogliere alcuni nodi, come quello dell’obbligo vaccinale per alcune categorie e quello della durata di tamponi e Green pass. Una prima certezza arriva sulla terza dose che “sarà possibile farla a cinque mesi dal completamento del primo ciclo”, come ha annunciato su Twitter il ministro Speranza, anticipando il via libera dell’Aifa. “Vacciniamoci tutti per essere più forti”, il suo appello. “Sono ore delicate”, ammette, parlando di “ulteriori scelte da compiersi nell’interesse del Paese”.
Le modalità da programmare
Ora la palla passa al governo che, ascoltate le richieste dei governatori, valuterà se e con quali modalità attuare il provvedimento. Il prossimo consiglio dei Ministri è in programma giovedì prossimo, ma prima di allora le Regioni hanno chiesto un nuovo vertice per essere aggiornati sulla situazione. Tra loro, infatti, c’è chi chiede di attivare il super Green pass solo nelle regioni in arancione o rosso, e chi, come il governatore della Calabria Roberto Occhiuto, propone di anticiparlo già da subito, indipendentemente dai colori. L’urgenza dell’intervento è giustificata dalla preoccupazione per la risalita dei contagi che potrebbe condizionare non solo il Natale ormai alle porte ma anche la stagione del turismo invernale.
No a nuove chiusure a tappeto
L’obiettivo è quello di evitare nuove chiusure, come sta avvenendo in queste ore in Alto Adige, dove si sfiora il 18% di non vaccinati e dove Kompatscher ha varato una maxi-stretta che prevede anche il ritorno del coprifuoco per i comuni in rosso. Il super Green pass richiesto dai governatori – che hanno ribadito l’intenzione di voler accelerare sulle terze dosi coinvolgendo anche gli under 40 – prevede restrizioni per chi non si è sottoposto a ciclo vaccinale. Sembra prevalere l’ipotesi di metterlo in atto se una regione passa in arancione, che prevede l’obbligo di chiusure e limitazioni. In quel caso ci sarebbero corsie preferenziali per i vaccinati che potrebbero continuare a frequentare i luoghi di socializzazione, come teatri, cinema o ristoranti, contrariamente ai no vax.
Restrizioni “giuste” per chi non si vaccina
“Per chi decide di non vaccinarsi – ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa – è giusto garantire il diritto al lavoro ed i diritti primari, ma se una persona non si vaccina è giusto che abbia qualche restrizione in più”. “Non deve esserci inerzia – la richiesta del presidente della Lombardia, Attilio Fontana -: l’importante è tutelare la sicurezza delle aperture, la continuità delle attività commerciali e imprenditoriali e tutelare chi ha fatto proprio dovere, rispettando richieste dello Stato”. Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, chiede un “aumento dei controlli alle frontiere con i Paesi con maggiore circolazione”, mentre il collega della Valle d’Aosta, Erik Lavevaz, ribadisce di “tutelare la stagione turistica invernale che si sta aprendo”.
Cosa chiede la Regione Siciliana
Il governatore siciliano Nello Musumeci, invece, va oltre e invoca l’obbligo vaccinale. Una misura, sostenuta anche da Confindustria e dai sindacati dei lavoratori, che al momento però non è al vaglio di palazzo Chigi. In settimana, invece, sarà presa una decisione sull’obbligo della terza dose per i sanitari, come ha confermato oggi lo stesso Costa. “Credo sarà la scelta definitiva, di prevedere l’obbligo di terza dose per tutti i cittadini per cui è previsto attualmente l’obbligo vaccinale – ha detto -. Credo questo sia conseguenza logica e di buon senso”. Allo studio anche la possibilità di estendere in seguito l’obbligo anche per altre categorie, come quella dei docenti, delle forze di polizia e di tutto il personale front office, cioè a diretto contatto con il pubblico. Intanto, dopo alcune settimane si sono sbloccati gli arrivi: le consegne di vaccini anti-Covid all’Italia hanno superato quota 101 milioni.
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