Da giovedì 20 gennaio il green pass base verrà richiesto anche da parrucchieri ed estetisti. Così, a tre giorni dall’introduzione delle nuove regole anti-Covid, gli operatori già si stanno organizzando per effettuare i controlli, ma soprattutto per avvisare in anticipo la loro clientela tramite tutti i canali disponibili: Whatsapp, sms e social. “In larga scala la categoria vede di buon occhio questa misura perché utile a scongiurare possibili chiusure”, dice la presidente nazionale di Cna Estetica Perlita Vallasciani.
Anche tra i clienti “in gran parte apprezzano la norma perché garantisce maggiore sicurezza. Tra i pochissimi scontenti ci sono quelli che minacciano di non venire più – racconta -. Ma se sono disposti a rivolgersi al sommerso, è meglio perderli che trovarli“.
In Sicilia, invece, a causa dell’alto numero di parrucchieri e centri estetici abusivi (molti operatori lavorano in casa) la nuova misura non è vista di buon occhio dagli operatori in regola.
“Questa norma che obbliga a chiedere il Green pass ai clienti è l’ulteriore mazzata per il nostro settore – lamenta a BlogSicilia un’estetista, titolare di un Centro estetico di Carini (Palermo) – . Abbiamo ancora alcune clienti senza Pass e siamo sicure che si rivolgeranno a qualche estetista abusiva. Così non ci aiutano a lavorare in un momento di crisi del genere. Con la pandemia gli incassi sono diminuiti e le spese aumentate”.
Vallasciani, oltre a rappresentare i centri estetici, gestisce una sua attività a Fermo. Ma anche a Roma i feedback tra gli operatori sono simili. “I clienti sono contenti del green pass, dà loro un senso di sicurezza – dicono da un centro estetico in zona Balduina – Per ora non ci sono lamentele, il pass é talmente un’abitudine…Il nostro lavoro durante la pandemia è calato, perché le persone hanno paura quindi tutti gli strumenti che danno più sicurezza sono ben accetti”. “Noi già adottiamo tutte le misure di sicurezza, dalla misurazione della temperatura all’ingresso alle FFP2. Dal 20 gennaio i nostri clienti potranno entrare solo con il green pass e sono contenti perché si sentono protetti”, afferma anche un parrucchiere di Centocelle. E un collega, sull’Ardeatina, conferma: “Certo è un impegno perché bisogna controllare tutti i clienti, ma è giusto perché serve a rimetterci in pista. Tra i clienti quelli contrari saranno un 10%, non di più. A volte mi chiedono consigli su come potranno fare, senza certificato ma io dico loro ‘non mi mettete in difficoltà'”. Di contro nel suo studio, ci sono persone che già da giorni si presentano con il pass alla mano.
Non mancano attività che non vogliono commentare le nuove regole, ma Maurizio Polidori, il numero uno della Cna acconciatori di Roma, sintetizza così gli umori del suoi associati: “Siamo ormai abituati a rispettare alcune norme specifiche e quindi siamo favorevoli a tutte le misure utili a prevenire contagi e difficoltà aziendali”. Per ora, nei suoi due centri di bellezza a Frascati, si è imbattuto in un solo cliente che “è in difficoltà e non è disposto a farsi il tampone…risolverà in altro modo. Gli altri non hanno problemi”.
Sul sito della Confederazione Nazionale dell’Artigianato si ricorda che l’obbligo resterà in vigore fino al 31 marzo e che le multe per i trasgressori vanno dai 400 ai mille euro. Se è un lavoratore a non avere il disco verde “è prevista l’assenza ingiustificata, senza diritto allo stipendio, fino alla presentazione del green pass”.
Nel caso in cui il dipendente acceda al luogo di lavoro senza pass, “il datore di lavoro deve effettuare una segnalazione alla Prefettura ai fini dell’applicazione della sanzione amministrativa”. Che in questo caso è più salata: si va dai 600 ai 1.500 euro di multa.