Anche i grandi eventi siciliani si fermano, alla luce delle disposizioni governative in tema di salute pubblica che vietano assembramenti di persone. La decisione, comunicata da Assomusica, è stata condivisa da tutti gli associati siciliani che sono Giampaolo Grotta, Mario Grotta, Giuseppe Rapisarda, Nuccio La Ferlita, Carmelo Costa, Marcello Cannizzo, Enzo Bellavia e Andrea Randazzo.
I grandi eventi live dell’estate 2020 sono stati rimandati al 2021 e nelle prossime settimane verranno comunicate le nuove date.
“È una decisione dolorosa ma inevitabile – commentano gli imprenditori siciliani che fanno parte di Assomusica – che abbiamo preso a tutela di tutte le componenti interessate come gli artisti, i management, i promoter, il pubblico e i lavoratori del comparto. Le misure individuate dal Governo per la riapertura dei concerti non permettono una immediata ripartenza. Ci chiedono di prevedere 1/3 dei posti disponibili ma i costi per organizzare gli eventi rimangono invariati, anzi aumentano. In questo modo è impossibile per chiunque mantenere un’attività imprenditoriale. Nel provvedimento che autorizza l’apertura ci sono ulteriori aspetti non chiariti e che vanno approfonditi. Ci sono mille domande a cui oggi non possiamo dare risposta. Noi siamo in contatto con l’amministrazione regionale e gli enti locali che gestiscono le location – concludono gli imprenditori – per definire al più presto il calendario 2021 per dare certezze al pubblico”.
Ma non solo i grandi spettacoli e concerti ad essere penalizzati, sempre sul fronte dello svago sono in crisi i parchi tematici e acquatici di Sicilia che potrebbero avere davanti a loro una stagione totalmente andata in fumo.
“A seguito dell’allarme lanciato da Francesco Russello, componente del Direttivo Associazione Parchi permanenti italiani, Anef, Confturismo e anche in rappresentanza del Comitato Parchi Acquatici e Tematici Siciliani, il quale ha denunziato l’impossibilità di non potere aprire le strutture entro i termini utili per la stagione estiva, con il rischio di un danno economico oltre che occupazionale, atteso che questi impianti sono stati esclusi da ogni forma di aiuti economici sia dal Fondo Emergenza Spettacolo, sia dal Fondo Emergenza Turismo, sia dal novero degli interventi di sostegno previsti dal D.L. Ripresa, ho chiesto al Presidente della Commissione Parlamentare Attività Produttive all’Ars di convocare per il 20 maggio una delegazione di titolari di parchi Acquatici siciliani per trattare il loro problema e offrire soluzioni concrete”. Lo afferma il deputato regionale di Forza Italia, on. Mario Caputo, subito dopo essere stato contattato dai rappresentati delle strutture acquatiche, tra le quali i titolare dell’Acqua Park di Monreale.
“La lunga e forzata chiusura a causa del Coronavirus – continua il Componente della Commissione Attività Produttive – il divieto di gite scolastiche, la totale chiusura delle imprese, oltre che l’incertezza sulle direttive ministeriali relative alle misure da adottate per programmare l’apertura, stanno ponendo in gravissima crisi tutte le strutture siciliane che gestiscono i parchi acquatici. Oramai per queste aziende la stagione estiva è praticamente finita in quanto servono almeno 70 giorni per programmare il funzionamento degli impianti”.
“L’unica soluzione, tra l’altro condivisa con il Portavoce delle Associazioni acquatiche – conclude il Parlamentare – è quella di prevedere un sistema di aiuti da parte della Regione, nella considerazione che nessun contributo è stato previsto dal Governo nazionale. In concreto chiediamo che siano emanate delle direttive che in prima battuta diano la possibilità di aprire almeno l’ultimo mese della stagione estiva e salvare il salvabile. In subordine chiediamo che, qualora ciò non fosse possibile – anche se altre attività a rischio assembramenti quali piscine e discoteche saranno riaperte – di verificare quali aiuti economici possano essere destinati a tali categorie. Stiamo parlando di centinaia di posti di lavoro a rischio, oltre al fatto che le aziende, anche se chiuse, devono sostenere i costi di manutenzione, collaudi, sanificazione e pagamento delle utenze: una beffa insostenibile alla quale occorre porre fine”.