- Nasce il governo Draghi
- Lista dei ministri senza siciliani
- Plaudono Musumeci e Lagalla, critici i 5 stelle
C’è anche Giancarlo Giorgietti braccio destro di Matteo Salvini e amico personale di Nello Musumeci nella lista dei Ministri del governo Draghi. Una lista in realtà non lunghissima ma che spazia in tutto l’arco costituzionale con l’eccezione importante solo di Fratelli d’Italia. Un governo che praticamente non avrà opposizione.
Un governo senza siciliani
Un governo, però, senza siciliani, almeno nel ruolo di ministro ma che in Sicilia viene accolto con diversi stati d’animo.
Musumeci ha ‘un amico in più’
“Auguri di buon lavoro al presidente Draghi ed al nuovo governo” vengono dal Presidente della Regione Nello Musumeci che non può certo non aver notato che allo Sviluppo economico da domattina avrà un ‘amico’ con cui confrontarsi. “La Sicilia è pronta a mettersi al tavolo del confronto – dice immediatamente il governatore – sui dossier ancora aperti: misure economiche, attuazione dello Statuto, sburocratizzazione per le opere pubbliche e grandi infrastrutture, solo per citare alcuni esempi. Nel rispetto del principio della leale collaborazione tra lo Stato e le Regioni siamo pronti anche a condividere la difficile gestione di questa emergenza sanitaria ed economica. Salute e lavoro sono i due pilastri di questo nostro tempo. E ognuno deve fare la propria parte”.
Due ex Rettori nell’esecutivo sottolinea Lagalla
Ma dal governo regionale arrivano anche i complimenti dell’assessore Lagalla. Anche lui intravede due interlocutori “Complimenti ed auguri di buon lavoro agli amici e colleghi ex Rettori Cristina Messa e Patrizio Bianchi” dice l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione. “Sono certo che entrambi sapranno svolgere la loro autorevole funzione al servizio del Paese, forti della grande esperienza e della riconosciuta competenza rispettivamente maturate anche alla guida delle Università di Milano Bicocca e Ferrara”. I due ex Rettori sono indicati da Draghi come Ministro dell’Università (Cristina Messa) e dell’Istruzione (Patrizio Bianchi).
La Sicilia dimenticata da Draghi, per i 5 stelle isolani
Fortemente critici i 5 stelle di Sicilia nonostante i pentastellati abbiano incassat la conferma di D Maio agli esteri, cosa sulla quale alla vigilia nn si sarebbe speso un euro in una eventuale scommessa “Non era certo questo il governo che ci aspettavamo e che ci si aspettava soprattutto in Sicilia. Siamo delusi sia dal nome dei ministri, che dalla loro provenienza geografica. La Sicilia è stata totalmente dimenticata, e in questo momento storico, con la programmazione del recovery fund, questo può essere devastante, contribuendo ad allargare ancora di più il gap tra Nord e Sud. Se fossimo al posto dei parlamentari siciliani a Roma non voteremmo la fiducia a questo governo Draghi” affermano i deputati del M5s all’Ars.
“La Sicilia – afferma il capogruppo Giovanni Di Caro – è sempre stata una roccaforte per il Movimento 5 stelle, non essere rappresentata nell’esecutivo è uno schiaffo per i nostri cittadini, che non meritavano. Inoltre abbiamo ceduto ministeri chiave e capisaldi dell’azione politica del MoVimento, primo fra tutti il ministero del Lavoro”.
Gli auguri e le priorità dell’AnciSicilia
“Esprimiamo i nostri migliori auguri di buon lavoro al presidente del Consiglio, Mario Draghi e alla squadra di governo che hanno prestato giuramento stamattina”. Ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia. “Siamo certi che il Presidente Draghi e l’intero Governo – continua Orlando – vorranno confermare la necessaria attenzione per gli Enti Locali del Mezzogiorno, nel quadro di una maggiore centralità per Mezzogiorno e Autonomie locali, che devono entrambe superare diseguaglianze e marginalità, evitando che diseguaglianze e marginalità vengano acuite anche in riferimento alla nuova attenzione a questi temi da parte dell’Unione Europea e nella prospettiva dell’innovazione della transizione ecologica. La svolta in ambito europeo che viene indicata come centrale dal nuovo Governo è un’occasione per superare tensioni sociali ed economiche che pesano sul presente e sul futuro del Mezzogiorno e dell’intero sistema delle Autonomie locali, che meritano risposte adeguate e concrete”.
“Il sistema delle Autonomie locali del Mezzogiorno non ha solamente bisogno di risorse – conclude il presidente Orlando – ma ha esigenza di riforme strutturali e scelte normative che garantiscano capacità progettuali e operative e lo liberino dal peso di carenze di professionalità e competenze oltre che da procedure farraginose e contraddittorie stratificatesi da decenni. Tutto ciò diventa ancora più urgente in un contesto in cui si registrano straordinarie risorse umane, nuovo protagonismo sociale, enormi potenzialità di cambiamento e una nuova cultura di impresa”.
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