Circa 2.500 edili, secondo i dati di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, sfilano a Palermo per lo sciopero nazionale proclamato dai sindacati per chiedere il rinnovo del contratto. I manifestanti sono arrivati da tutta la Sicilia. Il corteo è partito da piazza Verdi ed è diretto in via Volta dove si trova la sede dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili.
I sindacati forniscono i numeri della crisi: in Sicilia, nel 2017, sono andati in fumo 11 mila posti di lavoro nell’edilizia, un migliaio solo a Palermo, mentre stentano a partire i cantieri dei Patti per il Sud siglati due anni fa dall’allora ex premier Matteo Renzi e dal governatore Rosario Crocetta.
“Non c’è più tempo da perdere” dicono i sindacati rivolgendosi al neo presidente della Regione Nello Musumeci, “bisogna sbloccare le procedure, ferme anche per intoppi burocratici, spendere le risorse e dare una boccata d’ossigeno a un comparto devastato dalla crisi”.
“La situazione è drammatica, l’edilizia è in crisi – dice il segretario provinciale della Fillea Cgil Francesco Piastra – i cantieri sono fermi, gli appalti dei sbandierati Patti per il Sud e per le città metropolitane non sono stati ancora
aggiudicati. La crisi nel settore ha generato 40 mila licenziamenti negli ultimi 10 anni. Chiediamo all’Ance
un’assunzione di responsabilità, rinnovando il contratto collettivo e l’aumento della paga in una forbice compresa tra i
106 euro e 170 euro, a seconda dei livelli”.
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