Giuseppe Marsalone racconta quanto il traffico di droga lo abbia fatto ricco, con soldi a palate nelle sue tasche. Lo si evince in una delle intercettazioni in cui il 50enne Palermitano al telefono spiega al suo interlocutore con cui è in affari quanto gli abbia fruttato questo business. Lo dice con un tono soddisfatto, compiaciuto da questa potenza economica che lo aveva dato una “posizione” nello scacchiere della criminalità di livello. Marsalone figura tra i 15 arrestati di due giorni fa nell’operazione antidroga tra Palermo e Africo Nuovo, in provincia di Reggio Calabria. Il blitz è stato messo a segno dai carabinieri del reparto operativo di Palermo e oggi emergono nuovi particolari. Ad essere stata sgominata un’organizzazione criminale sull’asse Palermo, Calabria e Campania.
Chi era Marsalone classe ’72
Giuseppe Marsalone classe ’72 (nella stessa operazione figura un omonimo però classe ’76, ndr) è accusato in questa operazione di aver organizzato l’associazione curandone i rapporti con gli spacciatori incaricati della sua commercializzazione. Era lui a incaricarsi, secondo l’accusa, del trasporto e della distribuzione dello stupefacente, della riscossione dei loro crediti, della contabilizzazione delle somme di denaro destinate all’acquisto di sostanza stupefacente, al sostentamento dei membri dell’associazione ed alla risoluzione di eventuali controversie insorte fra di loro.
“Io pesavo i soldi”
“Io vedi che li pesavo i soldi, l’hai presente il film…”. Così comincia la conversazione di Marsalone con un altro indagato che gli risponde, non capendo bene di quale film si trattasse: “Gomorra?”. E lui risponde: “No, Gomorra non l’ho visto mai, e come cazzo si chiama Scarface… Io i soldi li pesavo veramente, così facevo parola d’onore, stai scherzando io ero stanco, io avevo sette persone che contavano i soldi, io avevo un tavolo per tre volte questa macchina pieno, pieno di soldi, tutto il giorno. Avevo un punto che glieli facevo posare perché ero stanco. Aspetta io camminavo senza una lira in tasca, perché hai presente quando hai la nausea”.
Il forte e temuto legame
Il legame più forte in questa inchiesta è quello che emerge tra i fratelli Giuseppe (’76) e Salvatore Marsalone con Michele Micalizzi. Uomini temuti e rispettati perché in rapporti di parentela con soggetti affiliati rispettivamente alle famiglie mafiose di Palermo Centro i primi due e Partanna Mondello il terzo. Secondo la procura i tre hanno “promosso, diretto, finanziato l’associazione impartendo precise disposizioni agli associati al fine di determinare i ruoli e coordinarne le attività, per essersi occupati della gestione della cassa comune, per aver fissato il prezzo di acquisito e di vendita dello stupefacente ed averne determinato i quantitativi da trattare, autorizzato le trattative finalizzate all’approvvigionamento dello stupefacente, mantenuto Ì rapporti con gli esponenti apicali di altri mandamenti mafiosi finalizzati alla ripartizione delle rispettive piazze di spaccio”.
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