Fiumi di soldi sporchi guadagnati con il traffico di droga sono passati per le sue mani, il “re” del riciclaggio, capace di ripulire denaro illegale e reinvestirlo in una attività lecita.
E’ Giuseppe Corona il personaggio chiave dell’ultima inchiesta della Dda di Palermo che oggi ha portato in carcere 24 tra mafiosi, prestanomi ed estortori di diversi clan della città. Quattro persone sono finite ai domiciliari, tra loro un penalista palermitano; a 19 è stato notificato il divieto di dimora.
L’indagine fotografa la mafia del dopo Riina, una mafia in cerca di equilibri, nuovi capi e nuovi business. Corona non è un insospettabile. Il suo nome spunta negli atti di un’inchiesta che, l’anno scorso, portò in carcere i vertici del clan mafioso di Resuttana da sempre guidato dai boss stragisti della famiglia Madonia. Condannato a 17 anni per un omicidio commesso dopo una banale lite per la restituzione di un braccialetto, figlio di un mafioso assassinato, di lui il capomafia Gregorio Palazzotto diceva “é mio fratello”.
I Madonia gli avrebbero affidato il loro tesoro, tanti soldi da ripulire, e le scommesse dell’ippodromo, poi sequestrato per mafia. Bar, tabacchi, immobili, Corona negli anni ha fatto molti investimenti. Col denaro delle cosche, secondo i pm.
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