Non c’è pace per le ex Province siciliane, soppresse ormai da oltre otto anni e che non si riesce a riportare alla democrazia.
Prorogati i Commissari straordinari
Prorogati i commissari straordinari ai vertici delle ex Province dell’Isola. I provvedimenti sono stati firmati dal presidente della Regione. Nello Musumeci, su proposta dell’assessore alle Autonomie locali, Marco Zambuto. I commissari resteranno in carica fino al 15 settembre. I mandati erano scaduti il 30 aprile
Chi guiderà le strutture
Sono stati prorogati i tre i commissari delle Città metropolitane: Salvatore Currao (Palermo), Francesca Paola Gargano (Catania) e Santi Trovato (Messina). Nei sei Liberi Consorzi, invece, è stato nominato Vincenzo Raffo (Agrigento) e prorogati Duilio Alongi (Caltanissetta), Girolamo Fazio (Enna), Salvatore Piazza (Ragusa), Domenico Percolla (Siracusa) e Raimondo Cerami (Trapani).
A Palermo, Catania e Messina i commissari hanno i poteri del Consiglio metropolitano, visto che le funzioni di sindaco metropolitano e di presidente della Conferenza della Città metropolitana sono esercitati dai sindaci dei tre capoluoghi. Nelle altre sei ex Province, invece, i commissari esercitano le funzioni del presidente e del Consiglio dei Liberi Consorzi comunali.
Il 10 febbraio scorso il rinvio del voto
Lo scorso 10 febbraio era stato deciso un nuovo rinvio del voto per le ex Province in Sicilia. Le elezioni, pur di secondo livello, vengono rinviate per i motivi più svariati di anno in anno. L’ennesimo stop al voto, previsto per il 28 e 29 marzo di quest’anno, è legato alla pandemia.
Il governo, che era contrario al rinvio, è stato battuto in aula col voto segreto: 38 favorevoli e 16 contrari a un emendamento, votato in Assemblea siciliana, che ha rimandato le elezioni.
Le ex Province furono abolite con legge regionale nel 2013, allora la norma fu spinta dal governo di Rosario Crocetta. Gli enti furono trasformati in Liberi Consorzi e vennero istituite le tre città metropolitane di Palermo, Catania e Messina: ma da allora si sono succeduti commissari nominati dalla Regione. Intanto gli enti sono entrati in profonda crisi finanziaria. Contro il rinvio ha votato Forza Italia, ma tanti sono stati i franchi tiratori nella maggioranza che sostiene il governo Musumeci.
Ex province, l’anno scorso il voto era già stato rinviato
L’Ars aveva approvato il rinvio delle elezioni nelle ex Province con 31 i voti a favore del ddl, 0 contrari e 2 astenuti; i deputati del M5s non avevano votato, come preannunciato dalle parlamentari Gianina Ciancio ed Elena Pagana, intervenute durante la seduta, criticando “l’ennesimo rinvio”. Il voto era previsto tra il 15 settembre e il 15 ottobre
L’ok alla norma di rinvio, già bocciata una volta dall’Ars, era arrivato dalla Commissione Affari istituzionali che aveva esitato il disegno di legge n. 678/A Stralcio sul ‘Rinvio delle elezioni degli organi degli enti di area vasta.
Dopo un primo sì in commissione e dopo uno stop a sala d’Ercole la norma era tornata in commissione per alcune modifiche. In assenza di accordo fra maggioranza e opposizione con voti trasversali, la norma aveva ripreso il suo iter con alterne fortune. Per il governo il voto nelle ex Province era ormai fissato ad aprile ma pezzi della stessa coalizione volevano un rinvio per consentire anche alle amministrazioni locali al rinnovo a maggio di poter partecipare alla scelta degli organi elettivi di area vasta. Adesso quella richiesta è stata esaudita.
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