Un sit- in dei lavoratori di Girgenti Acque è in corso davanti a Palazzo D’Orleans su iniziativa di Filctem, Femca, Uilca, Fiom, Fim e Uilm di Agrigento e regionali. I sindacati chiedono certezze sul futuro dei 300 lavoratori della società dopo il suo fallimento. Dentro il Palazzo è intanto in corso i vertice tra la Regione e i comuni che dovranno gestire il servizio idrico attraverso la nuova società, l’Aica, che sostituirà la Girgenti Acque, fallita dopo lo scandalo sulla gestione dell’acqua nella provincia di Agrigento.
A preoccupare i sindacati è la mancanza di finanziamenti per la nuova società. “Chiediamo la piena salvaguardia dell’occupazione – scrivono i sindacati in una nota – evitando che i lavoratori paghino per colpe che non sono loro”.
Oltre ai lavoratori di Girgenti Acque protestano anche quelli di Hydortecne, davanti la sede della Presidenza della Regione. A breve è previsto un incontro tra il presidente Musumeci e l’assessore Daniela Baglieri sul tema del servizio idrico integrato e sulle possibili strategie da attuare per scongiurane il default.
E Giovanni Manganella della Uil Agrigento spiega: “Il tribunale non ha intenzione al momento di cambiare il cronoprogramma già tracciato rispetto al recupero dei crediti. Inoltre la gestione commissariale terminerà il 2 agosto e non è previsto alcun rinvio rispetto a quanto già individuato dalla Prefettura di Agrigento. La situazione è drammatica, a rischio c’è il futuro di circa 320 lavoratori diretti e altri 200 nelle imprese ma soprattutto la gestione del servizio idrico. Chiediamo risposte immediate, nel 2021 non è pensabile lasciare le famiglie senza acqua”.
Sono scesi in piazza Indipendenza i lavoratori con tanto di bandiere e striscioni. Alcuni di questi recitano: “Servizio idrico Agrigento al collasso”.
“Le imprese creditrici di Girgenti Acque che si occupano della manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti idrici, fognari e della depurazione dell’Agrigentino – spiega Claudio Spoto, segretario provinciale della CNA Agrigento – vantano consistenti crediti. Dopo il fallimento la situazione è drammatica, esplosiva, rischia di creare tensioni sociali. Aspettiamo che Musumeci possa darci risposte immediate e concrete”.
“C’è il rischio – prosegue Spoto – di un dramma economico-occupazionale e di macelleria sociale. Oltre al rischio di interruzione del servizio idrico nella provincia di Agrigento. Queste imprese per due anni e mezzo hanno lavorato per lo Stato, perché la gestione era commissariata. Quindi lo Stato deve dare risposte concrete, altrimenti la protesta alzerà il tono. No al licenziamento dei lavoratori”.