“E’ solo l’ultima di una lunga serie di beffe e storture burocratiche ai danni della sanità. Questa volta si arriva dritto al cuore dei tanti giovani medici che aspettano di entrare nel mondo del lavoro, ma che vedono le loro aspettative bloccate da due decreti ministeriali che hanno prorogato di 60 giorni e 180 giorni il termine di stesura della graduatoria per l’accesso al ‘Corso di Formazione Specifica in Medicina Generale 2014/2017′”. Così Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Palermo sulla “grave stortura burocratica” del Corso che prevede l’obbligatorietà di 36 mesi e 4800 ore di formazione.
Questo significa, spiega Amato che “molti giovani medici conseguiranno il titolo in data successiva al 31 dicembre del terzo anno. E la prima logica, quanto assurda conseguenza è che per una manciata di giorni i corsisti non potranno partecipare all’assegnazione degli incarichi di continuità assistenziale, con gravi danni in termini economici e di punteggio. A causa del vincolo dei 36 mesi, e nonostante in alcune regioni, come la Sicilia, l’attività didattica richiesta sia già conclusa, molti medici ora rischiano di essere stoppati. Una beffa che si aggiunge alla carenza di professionisti nella medicina territoriale”.
“In alcune regioni infatti – precisa il presidente dell’Omceo – la direttiva ministeriale impedirà ai corsisti persino di iscriversi nella graduatoria regionale perché non riusciranno a conseguire il Diploma di formazione specifica entro il 31 gennaio come previsto dalle leggi vigenti”.
“A pagare le conseguenze del ritardo delle Regioni nell’assegnazione delle borse di studio non possono essere i corsisti aspiranti agli incarichi di medicina generale. E’ una stortura dell’intero sistema che va sanata urgentemente – sottolinea il presidente dell’Ordine -. Aspettiamo ancora una risposta per il triennio 2014/2017, nonostante le rassicurazioni del Ministero della Salute. Ma ad oggi nulla è stato ancora fatto per sanare una condizione insensata e incoerente vista la disparità che crea tra i giovani medici di tutto il Paese e la necessità di risorse umane nei territori”.
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