Ci siamo quasi: il cerchio è vicino alla sua chiusura. Le prossime 24 ore saranno decisive per le nomine della sanità. Ma l’equilibrio sembra legato ad un filo. L’Asp di Siracusa, contesa da forzisti e meloniani, potrebbe mandare a monte l’incastro. L’obiettivo del presidente della Regione Renato Schifani è portare in giunta la delibera con i 18 nomi dei nuovi direttori generali entro domani, al massimo giovedì 31 gennaio, proprio a fine mese. In 15 potranno essere nominati già domani per gli altri 3, che andranno a guidare i policlinici universitari, servirà il parere dei rettori di Palermo, Catania e Messina.
Ancora incontri per definire il tutto
In queste ore continuano gli incontri fra il braccio destro del presidente e coordinatore regionale di Forza Italia, Marcello Caruso, con i segretari dei partiti di maggioranza. Lo schema è definito: 6 caselle a testa a Fratelli d’Italia e Forza Italia, 2 ciascuno a Lega, Mpa e Dc. Un puzzle frenetico.
I nomi parziali
C’è la griglia parziale con i nomi. Il partito della premier Giorgia Meloni punta su Marzia Furnari per l’Asp di Trapani, Giuseppe Cuccì per l’Asp di Messina, Giuseppe Drago per l’Asp di Ragusa, Salvatore Giuffrida per l’ospedale Cannizzaro di Catania. Per la guida dell’ospedale Civico i meloniani hanno in ballo due nomi: la new entry Ferdinando Croce, già capo di gabinetto dell’ex assessore alla Salute Ruggero Razza ma giudicato ancora “inesperto” dagli alleati, e Walter Messina, caro all’assessore Alessandro Aricò ma sgradito a tanti meloniani per la sua esperienza considerata non proprio brillante alla guida dell’azienda Villa Sofia-Cervello.
La sesta casella di FdI è ancora da decidere. Tutto ruota intorno all’Asp di Siracusa: qui i meloniani vogliono la conferma di Salvatore Lucio Ficarra, ma Forza Italia (che nel territorio esprime il deputato Riccardo Gennuso) preme per piazzare la bandierina con il manager uscente dell’Asp di Caltanissetta, Alessandro Caltagirone. Se l’avrà vinta il partito del governatore, a FdI andranno l’Asp nissena oppure il Policlinico di Palermo (si dovrà trovare però l’accordo con il rettore, che avrebbe già detto no al nome di Walter Messina).
I nomi di Forza Italia
In Forza Italia, oltre a Caltagirone per l’Asp di Siracusa, si punta su Daniela Faraoni all’Asp di Palermo, Giuseppe Giammanco all’ospedale Garibaldi di Catania, Maurizio Lanza all’istituto Bonino Pulejo di Messina, Alessandro Mazzara (salvo sorprese) per l’Asp di Agrigento. Da definire la sesta casella tra il Policlinico di Palermo o l’Asp nissena, in base all’accordo con i meloniani su Siracusa.
La Lega vicina all’sp di Catania ed al Policlinico di Messina
La segretaria leghista Annalisa Tardino, con la sponda della capogruppo all’Ars Marianna Caronia, aveva chiesto un’azienda a Palermo, ma pare che l’abbia spuntata l’ala catanese del partito che fa capo a Luca Sammartino, in pressing per incassare due aziende in Sicilia orientale. Alla Lega dovrebbero dunque andare l’Asp di Catania, con Giuseppe Laganga (ex manager del Policlinico nella prima fase del governo Musumeci) e il Policlinico di Messina.
L’Mpa verso il Policlinico di Catania
L’Mpa di Raffaele Lombardo si intesterà il Policlinico di Catania, dove il manager uscente Gaetano Sirna (fuori dall’elenco degli idonei per raggiunti limiti di età) potrebbe essere “ripescato”: il suo contratto, firmato prima del pensionamento, scade infatti nel 2025 e questo gli consentirà di restare in sella sotto le insegne autonomiste. La seconda azienda in quota Mpa è il Papardo di Messina e il nome in corsa è quello della new entry Catena Di Blasi.
“Sfida” per Villa Sofia
Il manager uscente del Civico di Palermo, Roberto Colletti, indicato alla guida di Villa Sofia-Cervello, rientra in pista, in quota Dc. L’altro candidato dello Scudo crociato di Totò Cuffaro è Mario Zappia, attuale commissario all’Asp di Agrigento, gradito anche all’Mpa di Lombardo che lo aveva indicato in era Musumeci.
In questo quadro, tra i grandi esclusi potrebbe esserci il commissario uscente del Garibaldi, Fabrizio De Nicola, gradito sia ai forzisti che ai meloniani per il Policlinico palermitano ma ormai prossimo alla pensione: il manager ha chiesto all’Ircac un parere per posticipare la quiescenza ma pare che sia fuori dai giochi.
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