Sabato 9 e lunedì 11 febbraio 2019 si tiene anche in Sicilia la 19° edizione della Giornata Nazionale di Raccolta del farmaco.
In 104 provincie italiane e nella Repubblica di San Marino, circa 20.000 volontari nelle oltre 4.500 farmacie che aderiscono all’iniziativa invitano i clienti a donare un medicinale da banco, che sarà poi consegnato agli enti assistenziali convenzionati (sono più di 1.750) con la Fondazione Banco Farmaceutico onlus. Durante l’edizione del 2018 sono state raccolte 376.692 confezioni di farmaci, per un controvalore economico pari a 2.642.519 euro. Ne hanno beneficiato oltre 539.000 persone assistite dagli enti convenzionati. In 18 anni, la GRF ha raccolto più di 4.700.000 farmaci, per un controvalore superiore a 28 milioni di euro.
In Sicilia l’iniziativa si svolge in quasi tutte le provincie, ma quella con il maggior numero di farmacie e volontari è Palermo. “Quest’anno – dichiara Giacomo Rondello, delegato provinciale – abbiamo raggiunto quota 78 farmacie e prevediamo di coinvolgere oltre 400 volontari. È un traguardo significativo conseguito anche grazie alla disponibilità dei farmacisti e delle associazioni professionali che operano nel settore, nonché dall’università, perché saranno molti tra i volontari anche gli studenti di farmacia”.
Ma anche i dati delle altre province sono significativi. Ad esempio a Catania le farmacie coinvolte saranno 22 ove si alterneranno nei due giorni circa 200 volontari. Molto simili anche i dati della Provincia di Siracusa ove 200 volontari presteranno la loro opera nelle 24 farmacie che aderiranno (l’anno scorso erano 18). A Trapani saranno oltre 10 le farmacie ove donare e si prevede di coinvolgere circa 50 volontari.
Il Banco Farmaceutico è nato nell’anno 2000 da un gruppo di persone che, provocate dalla crescente povertà sanitaria, hanno deciso di raccogliere farmaci da donare ai bisognosi.
Si ritiene che questa iniziativa sia di recente ideazione ed invece si è scoperto che essa ha una lunga e antica storia. Philippe Daverio attraverso la storia di un dipinto che si trova in una cappella della Biblioteca Ambrosiana realizzato da Bernardino Luini e dalla sua bottega ha scoperto che agli inizi del 1500 dodici laici benestanti fondarono la Confraternita della Santa Corona che, tra le sue numerose attività contava anche la distribuzione di medicine ai poveri. Un Banco Farmaceutico ante litteram insomma.
E il racconto che Philippe Daverio ne fa – il quale è reperibile sul sito della Fondazione del Banco Farmaceutico – svela in un certo senso le origini antiche del Banco Farmaceutico. Nel video Daverio ricorda che fare una raccolta di farmaci, una pratica che «oggi sembra così nuova e così moderna ha il suo momento di nascita con la genesi della Festa del Perdono e dell’Ospedale Maggiore e si sviluppa, attraverso il ‘500, con un’attenzione particolare a chi ha bisogno. Ed è bello ricordarsi – continua Daverio – che i primi momenti di partecipazione avvengono proprio nell’Italia comunale, nell’Italia signorile, con la nascita della Misericordia a Firenze, con la Misericordia di Bergamo e poi, a Milano, con la Festa del Perdono e con questo primo percorso di raccolta di farmaci a favore dei bisognosi, già all’inizio del ‘500».
Il bisogno di farmaci per i meno abbienti aumenta ogni anno, come testimoniano i tantissimi volontari che vivono e operano all’interno degli enti che distribuiscono le medicine raccolte, “anzi è tra le prime spese che vengono eliminate da tanti genitori per garantire le cure ai figli – ha dichiarato fra Mauro Billetta parroco a Sant’Agnese a Palermo, in occasione della presentazione della Giornata.
A chi obietta che spetta al Servizio sanitario nazionale garantire la distribuzione dei farmaci, i responsabili della Fondazione Banco Farmaceutico ricordano che la quota di spesa per assistenza farmaceutica non sostenuta dal SSN e a carico totale delle famiglie sfiora il record storico, passando nel al 40,6% rispetto al 37,3% dell’anno precedente. Inoltre, chi è povero e malato per sopravvivere ha bisogno di antinfluenzali, analgesici, integratori e tante altre medicine che il SSN non passa.
Chi è povero, spesso, non può permettersi nemmeno di pagare il ticket. Non ha il medico di base. Oppure, a causa di barriere linguistiche e culturali non accede neanche ai servizi minimi garantiti. Può contare esclusivamente sugli enti caritativi. La Fondazione a livello nazionale reperisce i farmaci anche attraverso le donazioni aziendali. Grazie ad una trentina di aziende farmaceutiche sono state raccolte in Italia nel 2018 circa 640.000 confezioni di farmaci per un controvalore di 7 milioni di euro.
Altra importante iniziativa è quella del recupero dei farmaci validi. All’interno delle farmacie che aderiscono all’iniziativa sono posizionati appositi contenitori di raccolta facilmente identificabili in cui ognuno, assistito dal farmacista, può donare i medicinali di cui non ha più bisogno. Dall’inaugurazione dell’iniziativa (2013) ad oggi sono state raccolte 525.665 confezioni di farmaci, per un controvalore economico pari a 7.443.118 euro. Nel 2018 sono state raccolte 139.422 confezioni di farmaci, per un controvalore economico pari a 2.184.881 euro.