Migliaia di donne anche a Palermo al corteo indetto dall’Assemblea Contro la violenza maschile sulle donne in perfetta linea di continuità con lo sciopero globale in occasione della Giornata Internazionale della donna.
Già dalle prime ore della mattinata di oggi le studentesse universitarie e delle scuole sono entrate in mobilitazione calando degli striscioni dalle proprie sedi di formazione e facendo blitz nelle aule per bloccare le lezioni e invitare studenti e insegnanti a prendere parte allo sciopero.
Uno sciopero globale indetto dalla piattaforma “Non una di meno” che vede le donne sottrarsi ai cicli produttivi e riproduttivi e scioperare oggi in ben 49 paesi del mondo. “Palermo- Le donne alzano la testa” questo quanto scritto sullo striscione dietro il quale sfilano le donne palermitane proprio per affermare la propria intenzione di opporsi con forza ad un sistema fortemente maschilista e ancorato a valori patriarcali, per rivendicare il diritto allo sciopero e affermarne l’assoluta utilità nel processo di smantellamento del sistema attuale.
“Oggi milioni di donne in tutto il mondo si astengono dal lavoro per far emergere l’evidente importanza del loro ruolo nei cicli produttivi e riproduttivi della società, una società fondata su logiche patriarcali e maschiliste che relegano noi donne ad una condizione di netta inferiorità. I sempre più frequenti fatti di cronaca che narrano di delitti definiti peraltro “passionali” sono solo l’effetto più noto, perché estremo e spettacolare, della violenza che ogni giorno è inferta sulle donne e che è avallata nonché perpetrata dal sistema vigente in ogni suo ambito.La violenza sulle donne è una condizione sistemica e strutturale che esige ancora molto lavoro per la sua destrutturazione poiché parte del nostro modello sociale, di interazione, di regole secolari, di ruoli immutati. Oggi, anche a Palermo, abbiamo voluto rendere nota la nostra intenzione di alzare la testa e combattere contro tutto ciò. Abbiamo aderito in migliaia da Palermo a questo che è il primo sciopero globale della storia e questo è un chiaro segno di come le cose stiano cambiando e sopratutto di come vi sia una generale presa di coscienza rispetto all’importanza e al valore della lotta e dello strumento dello sciopero per il cambiamento dello status quo.La possibilità di scendere in piazza, il diritto allo sciopero è stato conquistato con la lotta contro chi con arroganza ci considerava angeli del focolare o donne oggetto, contro chi voleva decidere in quanto uomo il nostro posto nel mondo. L’8 marzo è e deve essere una giornata di lotta e oggi siamo qui per ricordarlo” afferma Maria dell’Assemblea contro la violenza maschile sulle donne.
La giornata di mobilitazione, iniziata con il partecipatissimo corteo per le vie del centro, proseguirà con una piazza tematica in piazza Pretoria ove si svolgeranno concerti, letture, performance e la video proiezione de “Le Invisibili” riguardante la Manifestazione nazionale del 26 novembre a Roma.
“Da una parte i media ci raccontano continuamente di donne stuprate, uccise, picchiate interpretando tali atti, come commessi per “il troppo amore” o per condizioni specifiche e contingenti del maschio come la perdita del lavoro, un litigio, lo stress; dall’altra propongono costantemente pubblicità che usano il corpo delle donne come oggetto del desiderio maschile o angelo del focolare o, nel migliore dei casi, donna in carriera spietata che insegue il successo e tenta di ritagliarsi un posto di prestigio nella società dominata dai valori patriarcali. La mercificazione dell’immagine femminile, il linguaggio e l’interpretazione dei fatti puramente sessisti non sono altro che specchio di uno status quo in cui è evidente uno squilibrio di potere dettato dal patriarcato e da una diffusa indifferenza. Ecco che oggi scioperiamo per resistere al ricatto della precarietà, perché non accettiamo che ogni momento della nostra vita sia messo al lavoro; non siamo più disposte ad accettare salari da fame ed esigiamo un welfare per tutte e tutti organizzato a partire dai bisogni delle donne, che ci liberi dall’obbligo di lavorare sempre di più e più intensamente per riprodurre le nostre vite. Scioperiamo contro le discriminazioni, continuamente subite, nei posti di lavoro proprio perché concepite come sesso debole. Scioperiamo contro i continui attacchi alla legge 194 perché vogliamo l’aborto libero, sicuro, gratuito e l’abolizione dell’obiezione di coscienza,scioperiamo dunque contro la violenza ostetrica, per il pieno accesso alla Ru486. Scioperiamo affinché l’educazione alle differenze sia praticata dall’asilo nido all’università, non ci interessa una generica promozione delle pari opportunità, ma coltivare un sapere critico verso le relazioni di potere fra i generi e verso i modelli stereotipati di femminilità e maschilità, ricordiamo che il sistema educativo della “Buona Scuola” (legge 107) distrugge la possibilità che la scuola sia un laboratorio capace di educare persone libere e autodeterminate. Scioperiamo per dimostrare che è solo con la lotta, facendo rete e assumendo il ruolo di protagoniste nei processi di trasformazione che possiamo migliorare il nostro presente e cambiare il nostro futuro. ” afferma e conclude Maria dell’Assemblea Contro la Violenza Maschile sulle Donne.
Hanno manifestato in corteo anche le lavoratrici precarie delle cooperative sociali e le mamme e i docenti degli studenti disabili a cui, da circa tre mesi, è negata l’assistenza igienico-personale. Tra questi c’era anche Ivan, la cui storia è stata raccontata da BlogSicilia alcuni giorni fa.
è proseguita per via Vittorio Emanuele,via Maqueda e per poi terminare in via Cavour, davanti alla Prefettura. Durante il tragitto il corteo si è fermato davanti alla Questura, dove la coordinatrice dello Slai Cobas per il sindacato di classe, ha manifestato al megafono la sua indignazione per le denunce nei confronti di precarie e precari assistenti igienico personale per avere protestato davanti a palazzo d’Orleans, chiedendo che siano ritirate .
Commenta con Facebook