“Con un blitz al ddl, che istituisce la giornata regionale del ricordo della legalità, la maggioranza ha inserito un emendamento dai contenuti completamente estranei a quelli disciplinati dal provvedimento e contenente i correttivi alle norme della finanziaria impugnata dal Governo nazionale, salvo poi stralciarlo e metterlo ai voti. La maggioranza ha di fatto bypassato il regolare iter di approvazione delle leggi che prevede la discussione e il voto nelle commissioni di merito, per poi incardinare il ddl e passare al dibattito in aula e quindi al voto. Il metodo seguito è semplicemente scandaloso”.
Lo ha detto in aula la capogruppo del M5S all’Ars Valentina Zafarana, dopo l’ok del Parlamento ai corretti alla legge di Stabilità regionale 2018, impugnata nei mesi scorsi dal Consiglio dei Ministri. “L’iter che ha condotto alla votazione oggi – afferma Zafarana – viola le prerogative del Parlamento, svilisce il ruolo dei deputati e dell’Assemblea regionale. Chiediamo verità e coerenza, questo è il Governo dei sotterfugi, che oggi si è presentato in aula proponendo modifiche non risolutive per le partecipate regionali strategiche, che rischiano la liquidazione”.
Il M5S punta il dito contro il Pd, che mantenendo il numero legale, ha contribuito all’approvazione dell’emendamento stralciato. Il deputato regionale del M5S Luigi Sunseri ha aggiunto: “Mi vergogno di appartenere ad un Parlamento regionale che non lavora e che fa finta di farlo per poi chiudere per andare in una bella, lunga e dorata vacanza.
La gestione dell’aula da parte di Micciché, è scandalosa e in totale violazione del regolamento”. Tranchant il commento di Nuccio Di Paola, che ha aggiunto: “Vogliamo capire, se questa Regione è governata dall’accoppiata Miccichè-Armao o da Musumeci”.
E riferendosi alle norme che riguardano le società partecipate dalla Regione, il deputato regionale Sergio Tancredi ha concluso: “la norma che riguarda il passaggio dei lavoratori delle partecipate in liquidazione in un albo ad hoc, sarà con grande probabilità, oggetto di una nuova impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri, perché la Regione siciliana non ha ancora adempiuto alle prescrizioni indicate dagli articoli 24 e 25 del decreto 175, che riguarda proprio le modalità di transito del personale all’interno delle società a partecipazione pubblica”.