Si è costituita parte civile, con l’assistenza dell’avvocato Michele Calantropo, nel processo al ginecologo palermitano Biagio Adile accusato di violenza sessuale, la giovane tunisina che ebbe il coraggio di denunciare gli abusi subiti dal medico.
Il processo si svolge davanti alla seconda sezione del Tribunale di Palermo. La donna è arrivata in Italia per trovare lavoro e curarsi da una malattia di cui soffriva da anni. Adile, primario di Uroginecologia al Cervello di Palermo, era stato il suo medico e l’aveva curata. Gli episodi di violenza subiti sarebbero due. Uno avvenuto nello studio privato del dottore, l’altro in ospedale.
La vittima ha registrato un file video durante la violenza e lo ha consegnato agli inquirenti. La registrazione confermerebbe le accuse della ragazza, che ha denunciato il medico a febbraio dell’anno scorso. Dal telefonino della paziente sono stati estratti due filmati. Il primo dura circa 6 minuti, l’altro circa 5. Tra i due file c’è una pausa di 7 minuti.
Questo “vuoto” viene spiegato dalla vittima con il fatto che si sarebbe accorta dell’interruzione della registrazione e avrebbe poi ripreso a registrare. E’ nel secondo file, comunque, che sarebbe rimasto impresso il dialogo tra i due a cui sarebbe seguita poi la violenza sessuale. Secondo gli avvocati di Adile, l’interruzione tra i due filmati sarebbe invece sospetta.
I legali sostengono inoltre che il primo rapporto tra i due sarebbe stato consenziente. La tunisina ha raccontato infine che in una precedente visita era stata palpeggiata dal medico.
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