Un piatto ideato appositamente per dire “no” al razzismo ed a realizzarlo sarà proprio la chef che nei giorni scorsi ne è stata vittima. Appuntamento al prossimo 30 agosto ai “Giardini del Massimo” di Palermo dove si darà vita ad una cena che avrà come leitmotiv l’accoglienza. Protagonista sarà proprio Mareme Cuissè, la chef del ristorante Ginger People&Food di Agrigento, gestito dalla cooperativa sociale Al Karhub. E’ qui che qualche giorno fa i turisti, sulla sessantina d’anni, avrebbero chiesto se la chef fosse di colore e non appena hanno avuto risposta affermativa sono andati via.
La coppia per preparare il piatto
Cissè nella cena organizzata il prossimo 30 agosto sarà affiancata da Gianvito Gaglio, chef executive dei Giardini del Massimo, il locale sorto al fianco del teatro Massimo di Palermo. Insieme realizzeranno “Il gusto dell’accoglienza”, un piatto preparato a quattro mani. Avrà come unico denominatore la lotta al razzismo e a qualsiasi altro pregiudizio.
Cosa è accaduto
Poco più di una settimana fa Mareme Cissè è stata presa di mira nell’esercizio della sua attività. Una coppia è entrata nel ristorante ed è stata accolta da Karima, giovane addetta di sala, che ha fatto accomodare i due turisti nel posto da loro preferito. Ma dopo qualche minuto la donna col compagno si è alzata da tavola, disturbata, e si è diretta verso l’uscita. Il titolare sostiene di essere andata incontro alla coppia per capire cosa stesse succedendo: “Non sono stato neanche degnato di uno sguardo e, alquanto seccata, non ha neanche risposto al mio saluto ed è andata via, così” rivela Carmelo Roccaro, presidente della stessa cooperativa.
La lettera aperta su facebook
Sbigottita la stessa Karima che aveva letteralmente gli occhi sgranati e la bocca aperta: “Dopo avere visto il menù – ha raccontato – la signora mi ha chiesto se per caso la proprietaria del ristorante fosse una signora neg… di colore. E alla mia conferma si è alzata dicendo che non voleva più cenare qui…”. Roccaro ha affidato ad una lettera aperta su facebook il suo di sdegno. Ha pubblicato il testo come se si stesse rivolgendo ai due turisti: “Io non conosco chi sei, la tua storia, i tuoi problemi e non oso nemmeno giudicarti – scrive -. So solo che ho sentito, una grande tristezza nel cuore. Ho preso consapevolezza di quanto profondo e radicato sia questo sentire che emerge dal lato oscuro delle persone”.
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