Giovanni Giammarva è il nuovo presidente dell’Ast, l’azienda siciliana trasporti sull’orlo del fallimento. L’assemblea degli organi direttivi ha confermato l’azzeramento del consiglio di amministrazione, richiesto nei giorni scorsi dal governatore dell’Isola Renato Schifani.
Giammarva, ex componente del collegio dei revisori, prende il posto di Santo Castiglione. Nel cda entrano gli avvocati Antonino Gattuso e Rosalba Basile, nominati al posto di Eusebio D’Alì e Tania Pontrelli.
Giovanni Giammarva, 65 anni, genero di Maria Falcone e noto commercialista palermitano, ha lavorato in passato nella sezione civile e fallimentare del Tribunale di Palermo, nell’ufficio del Gip e nella sezione Misure di prevenzione della Corte d’Appello. Per 9 mesi, tra il 2017 e il 2018, è stato presidente del Palermo calcio tra il 2017 e 2018. Condannato in primo grado a 8 mesi e 10 giorni, Giammarva, poco più di un mese fa, è stato poi assolto in appello con formula piena. Da un anno era stato designato nel collegio dei revisori di Ast.
La revoca del precedente cda è stata motivata dalla Regione, socio unico di Ast, con i ritardi nel varare il bilancio consuntivo 2021, nonostante le ripetute sollecitazioni di Schifani. La questione è approdata a febbraio anche in commissione Bilancio e trasporti all’Ars. In quella occasione l’ex presidente Castiglione aveva assicurato che il documento sarebbe stato varato entro quindici giorni. Ma l’azienda ha continuato a prendere tempo.
Ma l’ex presidente esonerato è già pronto a mettere in campo azioni legali contro la revoca e motiva i ritardi con la necessità di ulteriori approfondimenti sui bilanci 2019 e 2020 (oggetto di un’inchiesta giudiziaria che ha travolto gli ex vertici).
La situazione debitoria di Ast, che dà lavoro a circa 800 dipendenti, non è ancora definita. Si parla di un buco di 70 milioni di euro ma sono cifre ballerine. “Se non abbiamo i documenti contabili – sottolinea Tozzo il ragioniere generale della Regione – non possiamo capire quali strumenti mettere in campo. L’intenzione della Regione è continuare a rendere un servizio pubblico importante, riequilibrando i conti”.
In caso di situazione debitoria insanabile, l’unica strada è quella della liquidazione. Se invece la situazione è sanabile, bisogna rifare il piano industriale apportando dei correttivi e ricapitalizzando l’azienda, come già avvenuto per “Sicilia Digitale”. “Ma senza azioni di risanamento – continua Tozzo – non possono essere investiti soldi pubblici. Per questo è urgente l’approvazione del bilancio”.