Troppi ostacoli

Gareggiare a porte chiuse, quando lo sport a Palermo è una occasione perduta

  • Partite del girone di Len Cup a porte chiuse alla piscina Olimpica
  • A fine settembre pubblico negato ai campionati regionali Fisdir allo Schifani delle Palme
  • Velodromo ancora in alto mare e senza ciclismo su pista da 8 anni
  • Il presidente regionale della Federciclismo: “Così si perde la nazionale ma anche funzione sociale”

Fare sport a Palermo è sempre stato poco agevole. Non certamente una passeggiata di salute. Lo stato degli impianti e la relativa burocrazia per potervi accedere e svolgere attività agonistica ed ospitare eventi o partite di livello regionale, nazionale o internazionale sembra essere realmente un ostacolo insormontabile. Con tanti sacrifici delle società ed associazioni sportive.

Da tempo la frase “evento a porte chiuse” sembra essere diventata una costante. E non solo per colpa del Covid.

Telimar ospita la Len Cup a porte chiuse

In una Sicilia che ritorna in zona bianca, Palermo ospita un girone di una competizione internazionale importante di pallanuoto, la Len Euro Cup. Il Telimar, impegnato in un raggruppamento con altre tre formazioni straniere, ha già giocato e vinto la prima partita con lo Strasburgo a porte chiuse. Senza pubblico anche la sfida tra il Sabac e lo Zuglo.

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Una figuraccia a livello internazionale per Palermo perché il Servizio Sport del Comune e la Commissione comunale non hanno rilasciato il nulla osta per dare l’ok per la capienza ridotta ed utilizzare 490 posti della piscina comunale.

Fino al 10 ottobre queste quattro squadre si contenderanno due posti per l’accesso ai quarti di finale della competizione paragonabile alla Europa League di calcio.

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Immaginatevi se il Palermo calcio dovesse giocare le partite interne dell’Europa League in un Barbera senza pubblico. Ci immaginiamo lo stupore delle altre società che, giunte all’impianto di viale del Fante, hanno appreso che le loro partite si disputeranno senza pubblico.

Il presidente Giliberti “Un vero disastro!”

La doccia fredda arriva alla vigilia delle prime partite il presidente Marcello Giliberti ha così commentato: “Siamo costretti a giocare la prima partita casalinga della nostra storia sportiva in campo europeo senza il nostro pubblico. Un vero disastro! Nonostante io abbia sollecitato l’Ufficio Sport del Comune, dapprima a luglio, a seguire ad agosto, in ultimo per ben due volte a settembre, sensibilizzandoli con grande garbo al rispetto di queste scadenze per questi impegni di altissimo livello, la richiesta di agibilità provvisoria alla competente Commissione Comunale è stata inoltrata soltanto lunedì 4 ottobre”.

Il primo dirigente del club dell’Addaura ha continuato: “Mi rendo conto che non ci si rende conto degli straordinari sacrifici che una storica società come la nostra affronta, non dando la giusta attenzione ai problemi che in cui ci imbattiamo quotidianamente, con in testa questo della agibilità. La ritengo soprattutto una grande mancanza di rispetto nei confronti della società in tutte le sue componenti, Presidente, Dirigenti, Tecnici ed Atleti”.

“Approccio inadeguato da parte dell’Ufficio Sport del Comune”

Ieri, dopo il successo con lo Strasburgo, è inoltre arrivata la conferma che anche il resto delle partite della seconda fase si disputeranno senza pubblico, Marcello Giliberti, ha sottolineato: “Storico esordio casalingo europeo per il Telimar e per la Città di Palermo con una meritata vittoria al termine di un match giocato in maniera oculata. Avremmo voluto vedere esultare sugli spalti i nostri appassionati tifosi, ma un approccio inadeguato rispetto alla risoluzione del problema da parte dell’Ufficio Sport del Comune di Palermo ha determinato che questo intero secondo turno lo giocheremo a porte chiuse, anche nei prossimi due decisivi match in cui il pubblico poteva essere l’uomo in più in vasca”.

Di poche ore fa che anche le gare dei campionati regionali di nuoto Fisdir che si disputeranno il 16 ottobre nell’impianto di viale del Fante si disputeranno a porte chiuse.

Qualche giorno fa i campionati regionali Fisdir a porte chiuse

Ma non c’è solo la pallanuoto ad alto livello, sport che peraltro vede la nostra nazionale campione del mondo in carica e due squadre siciliane che giocano nella massima serie e nelle coppe europee, ma il campionato regionale di atletica leggera Fisdir ha avuto una vera e propria doccia gelata.

A fine settembre, nello stesso Schifani-delle Palme che una settimana prima aveva ospitato la finale Argento del campionato di società e portato a Palermo 500 atleti di livello nazionale ed internazionale (leggasi Massimo Stano, campione olimpico nella 20km a Tokyo), il campionato organizzato dalla Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intelletivo Relazionale ha visto disputare le proprie gare a porte chiuse.

La società valuta di portare gli Italiani assegnati a Palermo altrove

Delusione atroce e società organizzatrice che valuta di portare i campionati italiani del 2022, già assegnati a Palermo, in un’altra città.

E qui è chiaro che non si tratta solo di sport ma anche di sociale con attività svolte da ragazzi disabili che hanno il diritto di godere dello stesso pubblico di tutti. E perché se un’attività del genere viene vista, può fare da volano ad altre iniziative per coinvolgere sempre più ragazzi.

Niente velodromo, niente nazionale

La situazione del velodromo è nota a tutti e grazie alla Live che BlogSicilia ha trasmesso, si è potuto fare il punto su un’altra situazione incresciosa. Non si fa ciclismo su pista da 8 anni, l’ultimo fu un raduno regionale che comprendeva gare per tutte le categorie giovanili fino agli élite, l’anticamera dei professionisti.

Poi il ciclismo su pista, dunque, ha chiuso i battenti. Sono amare le parole del presidente regionale della federazione ciclismo Diego Guardì “I lavori stavano proseguendo bene al punto che già avevamo definito i colori per la pista principale con un’altra larga due metri senza pendenza riservata alla fascia di riposo per gli agonisti che la usano per riscaldarsi e che potrebbe essere usata sia per le gare dei bambini che per il pattinaggio”.

E poi “Il velodromo doveva essere pronto nel maggio del 2020 – continua Guardì – al punto che già con la federazione italiana si era anche deciso di far venire la nazionale all’inaugurazione. Avevo chiesto Nibali, ma l’allora presidente Di Rocco mi disse che avrebbe portato la nazionale con Ganna in testa”.

Se impianto attivo, nazionale farà preparazione in Sicilia

Diego Guardì continua: “Ma c’è di più, l’attuale presidente Cordiano Dagnoni ci ha detto che una volta pronto il velodromo, la nazionale abolirà i ritiri all’estero per venire tutti gli anni a fare la preparazione a Palermo durante l’anno. Il clima lo consente”.

Ma si perde anche dal lato sociale

C’è anche il risvolto sociale che viene oscurato. “La federazione ciclismo regionale – osserva Guardì – ha una convenzione che dura fin dall’inizio degli anni ’90: in cambio dell’utilizzo della pista e degli uffici del Velodromo, noi realizziamo un progetto per le scuole delle zone rischio dello Zen. Da febbraio a maggio diamo lezioni ai ragazzi ed ai bambini degli istituti. È un progetto sociale”.

“Siamo pronti ad ogni iniziativa”

E conclude “Noi siamo pronti ad ogni iniziativa purché l’impianto funzioni. Attività sociale, scuola ciclismo. E vengano anche le altre federazioni perché più sport siamo, più l’impianto sarà funzionale. Dividendoci gli spazi orari possiamo lavorare tutti e bene e non solo a livello sportivo, anche a livello sociale”.

Inutile ricordare la brutta fine del Palazzetto dello Sport (che prima di ospitare concerti, fu casa della Iveco Palermo quasi due decenni fa, nella massima serie di pallavolo maschile) e le conseguenze della mancanza di un impianto di quella portata. Impossibile attirare possibili grandi progetti ma anche, le varie nazionali: pallavolo, basket, calcio a 5 e così via.

Il Diamante che non brilla più

Il Diamante di baseball, costruito per le Universiadi del 1997 vide un’inaugurazione arricchita dalla presenza di Liza Minnelli. Poi, l’anno dopo, Palermo ospitò le partite dei mondiali e vide la presenza della nazionale Usa che calcò il terreno di gioco dell’impianto. Si giocarono a Palermo ben 21 partite iridate in un girone che comprendeva anche Canada, Olanda, Australia e Corea del Sud (che sarà finalista).

Quella 33ma edizione fu storica: gli Stati Uniti uscirono dalle partite che contavano e vinsero i maestri cubani.

Sembrava un destino radioso con la federazione avrebbe anche realizzato un centro per la nazionale che proprio in quei Mondiali conquistò il suo miglior risultato (quarto posto). Ma cominciò il declino.

E dai fasti iridati si passò alla serie B e serie C con l’Uisp Zisa Palermo ed il Baseball Palermo. Nel 2010 ci fu l’accordo tra i Catania Warriors ed il Comune per disputare i match casalinghi della compagine etnea. Durò poco. Poi nel 2012 i Cardinals giocarono alcuni incontri di football americano.

Dal 2013 tutto tace nel declino e nell’oblio più totale di un diamante che sembrava splendente ma che adesso, ad essere clementi, sembra un pezzo di carbone. Altra cattedrale in un deserto che narra l’ennesima occasione perduta. E non solo a livello sportivo.

 

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