Il candidato alla presidenza della Regione sollecita una sottoscrizione pubblica

Abolizione del voto segreto all’Ars, la proposta di Armao “Basta ai ricatti”

Via il voto segreto e l’emendabilità alle manovre finanziarie da parte dell’Ars. Giochi politici dietro le quinte possono rendere un’arma a doppio taglio questi due sistemi che attualmente sono nei poteri dei singoli deputati che siedono dietro gli scranni. Gaetano Armao, candidato a presidente della Regione per la lista “Azione con Calenda-Italia Viva-Armao”, lancia in tal senso la sfida dei contenuti agli altri candidati alla presidenza, in una campagna elettorale che parla di assetti politici e troppo poco di Sicilia a dire dello stesso Armao. Si tratta dell’ufficializzazione di una proposta che il candidato aveva anticipato a BlogSicilia.  “Firmiamo tutti in una piazza di Palermo davanti alla stampa l’accordo su due argomenti risolutivi – ha detto Armao – che bloccano lo sviluppo dell’isola paralizzando governo e parlamento regionale e rendendo ardue riforme e manovre finanziarie”.

La proposta sul voto segreto

L’attuale vicepresidente uscente della Regione lancia quindi la proposta: “Impegniamoci tutti affinché, a prescindere da chi vinca la competizione – evidenzia -, all’Assemblea Regionale Siciliana venga abolito il voto segreto generalizzato e le manovre finanziarie, emendabili dalle commissioni, una volta approvate dalla commissione Bilancio, vadano in aula per un sì od un no a voto palese”. Spesso nel corso di questa legislatura il presidente della Regione ha parlato di tentativi di tirate di giacchetta da parte della politica.

Un sistema di “ricatti”

Il candidato alla presidenza della Regine è convinto che l’attuale sistema rende ricattabile il governo: “Finiranno così i ricatti nei confronti del governo – sostiene – e cesserà al contempo il cosiddetto mercato delle vacche sui documenti finanziari e sulle singole poste. Ciò non è potuto accadere durante questa legislatura per alcune precise intenzioni di sottoporre i lavori parlamentari a mediazioni estenuanti e poco trasparenti. É una questione di funzionalità delle istituzioni, ma prima ancora di etica politica alla quale non ci si può sottrarre. Aspetto una risposta dai candidati alla Presidenza della Regione anche a mezzo stampa.  I siciliani hanno diritto di sapere chi vuole le riforme e chi preferisce garantire la spartizione”.

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