La lettera denuncia degli agricoltori

Furti di mango, agricoltori chiedono aiuto a prefetto di Palermo

Hanno scritto una lunga lettera al prefetto di Palermo Maria Teresa Cucinotta per chiedere un incontro e denunciare i continui furti che subiscono alle coltivazioni di mango. Sono gli agricoltori della cooperativa di comunità Terre delle Balestrate nata da qualche mese per promuovere il territorio e valorizzare le nostre eccellenze storiche, culturali ed agroalimentari.

La lettera denuncia degli agricoltori

“Tra i settori che abbiamo avuto modo di curare con maggiore attenzione c’è quello legato alla coltivazione del mango e della frutta tropicale, che ha registrato a Balestrate un notevole incremento – dicono nella lettera gli agricoltori – Alcune aziende che coltivano mango hanno così deciso di associarsi proprio per promuovere il frutto coltivato tra Balestrate, Partinico e Alcamo, e che presentano alcune gravi problematiche legate alla sicurezza”.

Si legge inoltre: “Tra qualche giorno inizierà il raccolto di questo prodotto e sono tutti in allarme. Come ogni anno il mango è già finito, puntualmente, nel mirino della criminalità, che si introduce la notte nei campi portando via quintali di prodotto pronto alla raccolta”.

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Un vero incubo

Per i coltivatori un vero incubo. “Non passa notte che i proprietari non siano costretti a tenere alta l’attenzione. Proprio in questi giorni un nostro associato ha denunciato ai carabinieri un grosso furto subito, che rischia di mettere in ginocchio un settore già alle prese con la crisi legata alle condizioni climatiche degli ultimi mesi. Anche lo scorso anno è stato registrato un grosso furto e gli autori, pur essendo stati colti in flagrante, pare siano stati rimessi subito in libertà. Reclutare guardie giurate private è una delle soluzioni intraprese da questi coltivatori, ma tutto ciò ha un costo che in certi periodi come questo aggrava una situazione generale di crisi e rende a volte insostenibili i costi. L’intera refurtiva finisce spesso nel circuito illegale e probabilmente nei mercati della città di Palermo, dove controlli più stringenti consentirebbero di verificare la tracciabilità del prodotto rendendo dunque più complicato rivendere la frutta rubata”.

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