Doriano Furceri, 58 anni, palermitano. È lui la vittima della sparatoria avvenuta nel corso della serata di ieri ad Asso, in provincia di Como. Il carabiniere, comandante della stazione, è stato ucciso dal collega brigadiere Antonio Milia.
Sono stati veri e propri momenti di terrore quelli trascorsi all’interno della caserma. Il brigadiere ha messo in ostaggio l’intero edificio, sparando alcuni colpi contro il luogotenente di origini palermitane e non facendo uscire i colleghi che erano presenti in qual momento. Solo nelle prime ore del mattino la situazione si è sbloccata e, dopo ore di mediazione, i militari hanno assaltato la caserma, liberando gli ostaggi. La notizia del carabiniere morto è stata confermata subito dopo quando è stato visto il corpo di Furceri privo di vita. Sarebbe stato colpito da tre o quattro colpi di pistola, sparati da Milia.
Non si sa ancora cosa ha spinto il brigadiere a sparare. Il 18 ottobre era tornato in servizio nella stazione dei carabinieri di Asso, dopo un anno di stop. Era stato ricoverato presso il reparto di psichiatria dell’Ospedale di San Fermo della Battaglia (Como) poiché affetto da problemi di disagio psicologico e successivamente dimesso e posto in convalescenza per diversi mesi. Giudicato idoneo al servizio da una Commissione Medico Ospedaliera, era rientrato in servizio da alcuni giorni e attualmente era in ferie. Sposato, con tre figlie, vive in caserma. Preso in consegna dai colleghi dopo l’irruzione dei reparti speciali, già nelle prossime ore l’uomo verrà interrogato dal pm di turno per cercare di far luce sui motivi della tragedia.
Furceri, 58 anni, era un luogotenente carica speciale e si trovava ad Asso dal 2021. Prima di approdare nella caserma comasca, aveva comandato la stazione dei carabinieri di Bellano, sul lago di Lecco per 17 anni. Poi era arrivato il trasferimento ad Asso. In passato Furceri era stato in servizio anche in Brianza e sul territorio aveva prestato servizio nell’Arma a Carate Brianza, in forza alla compagnia carabinieri di Seregno. Ha anche lavorato nel reparto operativo a Palermo e ha partecipato a una missione all’estero nel Kosovo. Lascia una moglie e tre figli.