- Furbetti dei vaccini, le telecamere di Non è l’Arena a Petralia Sottana.
- L’inviato Bonistalli ha intervistato Gioacchino Barrecca, veterinario dell’ospedale.
- Ha provato anche a intervistare l’avvocata Cinzia Di Vita.
Nuovo servizio di Non è l’Arena, il programma condotto da Massimo Giletti, sui furbetti del vaccino e nuovo servizio su quanto succede in Sicilia, stavolta nel comune di Petralia Sottana, nel Palermitano.
Daniele Bonistalli, dopo avere saputo da una fonte che si è vaccinato anche Gioacchino Barreca, veterinario dell’ospedale di Petralia, è andato dal diretto interessato per saperne di più.
Barreca prima si è trincerato in «non posso rilasciare nessuna intervista se non sono autorizzato dal mio direttore generale di dipartimento», poi ha affermato che «non è come dice lei», ovvero che i veterinari non avrebbero diritto al vaccino anti Covid-19, perché «noi veterinari siamo più a rischio di tutti e dobbiamo garantire la sua salute», sostenendo che avere ricevuto il farmaco è stato «correttissimo e indispensabile».
L’inviato ha poi provato a intervistare l’avvocata Cinzia Di Vita, «fidanzata dell’ex procuratore di Palermo, Lorenzo Agueci», anche lei vaccinata contro il coronavirus secondo la fonte del giornallista, ma non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione.
Nella scorsa puntata, lo ricordiamo, le telecamere della trasmissione di Giletti hanno documentato quanto successo a Polizzi Generosa.
Riceviamo e pubblichiamo la precisazione dell’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Palermo:
«Questo Ordine ritiene che il servizio di informazione e nello specifico il ruolo svolto dal giornalismo di
inchiesta, rappresenti un cardine fondamentale del sistema democratico di ogni società civile e in questo contesto apprezza il lavoro portato avanti da codesta redazione. In virtù della premessa, corre obbligo precisare che l’emerito lavoro svolto rischia di perdere valore quando i fatti che compongono la notizia non vengono sempre e completamente verificati. Non spetta all’Ordine dei Medici Veterinari tracciare le linee guida per una corretta pubblicazione, tuttavia si rappresenta che nel corso del servizio in oggetto richiamato è stato diffuso un messaggio relativo alla vaccinazione dei medici veterinari, non contestualizzato e in assenza della verifica opportuna.
Nello specifico nell’ambito delle linee guida tracciate dal Ministero della Salute, la Regione Siciliana ha individuato quale prioritaria la campagna di vaccinazione su tutto il personale sanitario sia ospedaliero, sia territoriale che afferente a strutture private. In quest’ottica, normata da apposite disposizioni regionali, le Aziende Sanitarie hanno accolto la richiesta di vaccinazione volontaria di tutte le categorie operanti nel contesto sopra menzionato.
A titolo esemplificativo sul portale destinato alla prenotazione delle vaccinazioni dell’ASP di Palermo, tra le categorie target è riscontrabile anche la voce “veterinari”.
Da subito l’Istituto Superiore di Sanità ha provveduto a sollecitare il Ministero della Salute, affinché la disposizione di vaccinare in fase prioritaria i medici veterinari fosse data su tutto il territorio nazionale, così come avviene in Regione Siciliana e in altre regioni.
Appare doveroso sottolineare in premessa che già in fase 1 di lockdown, nel corso del mese di marzo 2020
era stato chiesto ai Servizi Veterinari delle AASSPP di proseguire, senza variazioni, la gran parte delle attività di pertinenza, nella salvaguardia della sicurezza alimentare del benessere animale e tutela della salute pubblica. Tale impulso è stato dato anche ai medici veterinari liberi professionisti, affinché tutelassero la salute animale, intesa come imprescindibile requisito per la tutela della salute pubblica.
Quanto sopra inquadra la medicina veterinaria nel sistema ONE HEALTH, più volte richiamato dai tecnici del Ministero delle Salute e dalle autorità europee, che individua nel rapporto uomo/ animale/ ambiente un unico paradigma per la tutela della salute globale.
Solo a titolo esplicativo, inoltre, appare opportuno aggiungere che l’attività medico veterinaria rappresenta un momento critico sia per le modalità di svolgimento di ogni visita clinica, che porta l’operatore a stretto contatto con il tutor dell’animale (sia esso allevatore o proprietario di pet), sia per il ruolo epidemiologico contingente.
Infatti, è noto che l’epidemia SARS-CoV2 trae probabile origine da un’infezione da coronavirus in specie animale. Pertanto, questa la inquadra già nel gruppo delle zoonosi (malattie trasmissibili da animale a uomo). In quest’ottica il ruolo del medico veterinario rappresenta un potenziale rischio di amplificazione e di salto di specie. Inoltre, è noto che presso stabilimenti di macellazione nazionali ed esteri si sono verificati, a causa anche delle condizioni ambientali e dallo stretto contatto tra gli operatori, focolai particolarmente gravi di COVID19. In tale contesto il veterinario ufficiale, rappresenta l’organo di controllo e vigilanza sulla salubrità degli alimenti che giungono alle nostre tavole e l’argine di una possibile contaminazione tra uomo e alimenti di ogni agente patogeno.
Si ritiene di avere efficacemente sintetizzato le ragioni per le quali la Regione Siciliana ha inteso individuare la scelta strategica di cui sopra ed il motivo per il quale questo Ordine ritiene doveroso lamentare il fatto che sia i grandi mezzi d’informazione, che le più alte cariche istituzionali dimenticano, troppo spesso, o non conoscono affatto, il ruolo fondamentale svolto dalla medicina veterinaria pubblica e privata nell’ambito della tutela della salute.
In ragione dell’importanza del ruolo e del mancato riconoscimento che si è palesato con toni scandalistici e accusatori nel corso del servizio in oggetto, condotto dal Dott. Daniele Bonistalli, questo Ordine chiede che codesta emittente provveda quanto prima a voler correggere le inesattezze affermate e il tono diffamatorio con il quale un medico veterinario è stato accusato di aver “sottratto indebitamente” dosi di vaccino a personale sanitario ritenuto, dallo stesso Bonistalli, avente maggior titolo.
Si rammenta, inoltre, che ogni Ente Pubblico per regolamento interno non permette al proprio personale funzionalmente inquadrato di poter rilasciare interviste, senza autorizzazione specifica della Direzione Generale. Di tale procedura questa Emittente e il giornalista ne sono certamente a conoscenza, pertanto, apparendo sleale il comportamento messo in atto dal Dott. Bonistalli che non ha ritenuto di verificare le indicazioni operative date dalle AASSPP e non ha messo in condizioni di contraddittorio il medico veterinario, la presente viene inviata per competenza all’Ordine dei Giornalisti della Regione Toscana per la valutazione dei profili deontologici e disciplinari.
Sicuro di un Vostro favorevole riscontro, che riconfermi le prerogative istituzionali della medicina veterinaria nell’ambito della salute pubblica, chiedo di essere informato a mezzo PEC su eventuali iniziative volte a sanare il debito informativo evidenziato. In assenza di tale riscontro, questo Ordine non potrà sottrarsi dal porre in essere ulteriori azioni a tutela della categoria».
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