Un incendio è scoppiato nell’atrio di un ex convento di suore a Palermo a causa di fuochi d’artificio esplosi abusivamente. E’ accaduto ieri poco dopo le 22 in piazza Sacro Cuore, nel cuore dell’antico quartiere dell’Olivuzza. Il tempestivo intervento dei vigili del fuoco ha evitato che le fiamme potessero espandersi e magari arrivare a danneggiare lo storico immobile. Parliamo di una zona storica della città, che rievoca il periodo degli splendori della famiglia Florio.
Il rogo ha interessato una vasta area di sterpaglie che si trova nell’atrio dell’ex convento. Proprio perché non più utilizzato l’area è infestata di erba secca. Ed è bastata una scintilla per provocare l’incendio. Pare che a causare tutto questo sia stata l’esplosione di fuochi d’artificio in zona, in un luogo molto vicino all’ex convento. Probabilmente una scintilla è “scappata” nell’atrio ed ha finito per innescare il fuoco. I vigili del fuoco sono intervenuti immediatamente scortati dalle forze dell’ordine in caso avessero trovato l’ostilità di qualcuno. Fortunatamente le operazioni di spegnimento sono state veloci.
Intanto a proposito del fenomeno dei fuochi di artificio abusivi è intervenuto il sindaco del Cnpp, il coordinamento nazionale di polizia penitenziaria. Proprio gli istituti penitenziari spesso sono investiti dalla problematica, i fuochi d’artificio sono rivolti in molti casi per festeggiare un carcerato come emerso nel recente passato.
“I residenti nelle vicinanze degli istituti penitenziari non sanno più a quale istituzione rivolgersi. Da tempo segnalano – riferisce il segretario regionale Cnpp, Maurizio Mezzatesta -, in special modo nelle ore notturne, l’utilizzo verosimilmente da parte di parenti e conoscenti dei detenuti ristretti negli istituti, di vere e proprie batterie di fuochi d’artificio. Tutto ciò causa il disturbo della ‘quiete pubblica’ per il forte fragore. I fuochi d’ artificio potrebbero distrarre gli automobilisti e creare incendi. Da anni segnaliamo tali episodi, ultimamente abbiamo chiesto a livello nazionale di attivare ‘carceri sicure’ a mezzo pattugliamento del perimetro esterno ad opera della polizia penitenziaria o altra forza di polizia o addirittura dai militari. Al fine di prevenire questo incessante fenomeno e individuare l’intrusione dall’esterno a mezzo droni di sostanze e oggetti non consentiti”.