Fumata nera, da parte dei sindacati, sulla proposta di riforma del personale da parte del Comune di Palermo. Una manovra contenuta all’interno del piano di riequilibrio, ma che non ha trovato il successo sperato nell’incontro tenuto in queste ore alla presenza del Prefetto Giuseppe Forlani. I rappresentanti dei lavoratori lamentano un mancato dialogo da parte dell’Amministrazione Comunale, rappresentata dal vicesindaco con delega al personale Fabio Giambrone. Ciò in merito alla stabilizzazione dei dipendenti.
Così, le sigle sindacali non solo hanno confermato lo stato di agitazione, ma anche lo sciopero per lunedì 31 gennaio sotto Palazzo delle Aquile. Nonostante l’ottimismo espresso dagli esponenti del PD qualche giorno fa, il cielo si fa nuovamente nero sulla testa della Giunta Orlando. Un fatto che complicherà ancora di più il già difficile iter del piano di riequilibrio.
La lettera dei sindacati sul piano del personale
A chiarire la posizione dei sindacati è Mario Basile, esponente della Cisl. “Prendo atto che, da parte dell’Amministrazione, non c’è ascolto sul fatto di portare tutto il personale, compreso il corpo della polizia municipale e il personale dei servizi sociali, a 36 ore entro il mese di maggio. Ciò sottoscrivendo i contratti, anche per una decorrenza dal 2023. Prendiamo atto che ci sono dichiarazioni discordanti fra quanto detto dall’Amministrazione e quanto scritto dal ragioniere generale. Le risorse ci sono. Condanniamo questa chiusura. Quindi confermiamo non solo lo stato di agitazione, ma anche lo sciopero e la volontà di adire alle vie legali”.
Un pensiero ribadito anche in un comunicato congiunto sottoscritto, oltre che dalla Cisl, anche dalla Cgil, Uil e CSA-Cisal. “Le sigle sindacali chiedono l’incremento contestuale delle ore per tutte le categorie di dipendenti; il passaggio da part-time a full-time per tutte le categorie entro il mese di maggio del 2022; la stabilizzazione dei rimanenti lavoratori ASU (103); lo sviluppo delle carriere e delle professionalità interne. Ciò attraverso le progressioni orizzontali e verticali, prima ancora delle assunzioni di personale esterno, nella considerazione che il personale in atto in servizio presso il Comune di Palermo svolge già attività lavorativa di mansioni superiori rispetto al proprio profilo di appartenenza”.
“Piano di riequilibrio così com’è non è accettabile”
“Tale richiesta – continua la nota – riveste carattere di urgenza. Questo in quanto stiamo parlando di lavoratori assunti dal 2009 con orari di lavoro (che vanno dalle 13 alle 31 ore settimanali). Numero di ore talmente ridotto che non riesce più a garantire i servizi minimi ed essenziali ai cittadini. Tutte queste richieste non sono più rinviabili. Ciò atteso che l’amministrazione si era assunta nel dicembre 2020 con apposita delibera consiliare a reperire le somme da destinare alle politiche del personale; il piano di riequilibrio così come è stato concepito non è accettabile. Questo in quanto nel frattempo, sia con la Legge Fornero che con la nuova normativa a quota 102, andrà in pensione un cospicuo numero di lavoratori che aggraverà ulteriormente la carenza di servizi alla Città; il piano di riequilibrio proposto dalla Giunta riguarda anni a venire fino al 2030”.
“Un periodo nel quale la maggior parte di questi lavoratori part-time non saranno più in servizio. Non si può aspettare il 2030 affinché gli impegni presi vengano onorati. Lo stesso piano appare assolutamente slegato dalla reale situazione del Comune di Palermo, perché se l’intento del piano di riequilibrio è quello di aumentare le entrate nel breve e medio termine la ratio che deve sottendere al piano stesso è che incrementando le ore a tutto il personale di tutte le categorie si potrà attuare l’incremento della produttività in tutti gli uffici rendendo efficace ed efficiente i servizi ai Cittadini. Pertanto è indispensabile attuare un incremento orario per tutte le categorie e utilizzare anche la legge di bilancio 2022 per la soluzione di problematiche come quelle del Comune di Palermo.
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