Le frodi basate sul furto di identità rimangono una minaccia preoccupante per il settore del credito e secondo i dati riportati dall’osservatorio Crif relativi al 2023, lo scorso anno sono stati registrati oltre 32.400 casi in Italia, con un importo medio per frode di 4.666 euro. “Nonostante il numero di casi sia in diminuzione del -5,4% rispetto all’anno precedente, il valore economico complessivo è in aumento del +14,5%, superando i 151 milioni di euro e la Sicilia segna un aumento delle truffe pari al + 5,6 %. Segno chiaro ed inequivocabile che occorre aumentare l’educazione finanziaria degli utenti pesantemente minacciati dalla crescente incisività dei frodatori agevolati dalle nuove tecnologie – afferma Gabriele Urzì dirigente nazionale Fabi e responsabile salute e sicurezza Fabi Palermo. Occorre inoltre che tutti i soggetti finanziari, in primis le banche, investano massicciamente in sistemi di prevenzione e controllo sfruttando anche i vantaggi dell’intelligenza artificiale.
“Passando all’analisi dei dati si nota in particolare l’aumento del +12,9% delle frodi nella fascia tra i 1.500 e i 3.000 euro, del + 46,7 % per importi compresi tra i 5.000 e i 10.000 euro, e del + 28,6% per importi superiori ai 20.000 euro. Numeri che evidenziano un cambio di strategia dei frodatori, che si concentrano sempre più su colpi di maggiore entità”.
“I prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi si confermano la categoria di finanziamento più esposta alle frodi, con una quota del 45,3% sul totale dei casi rilevati nel 2023. L’interesse dei truffatori sembra diminuire nei confronti delle carte di credito con un calo del – 32% rispetto all’anno precedente”.
“Gli elettrodomestici rimangono la categoria di beni più ambita dai frodatori, con una quota del 26,4% dei casi analizzati, comparto auto-moto + 29,4%, consumi (inclusi abbigliamento sportivo e beni di lusso) + 68,4%, spese per la salute” +13,7% dei casi di frode”.
“L’aumento percentuale più significativo delle frodi (+ 9,7%) lo fa registrare la fascia degli over 60 mentre si osserva un calo significativo tra gli under 30 (-12,1%). I 41-50 anni diventano la fascia maggiormente colpita dal fenomeno, con il 22,5% delle vittime, seguiti dai 31- 40 anni col 20,8% del totale. Andando ad analizzare invece la ripartizione per regione delle vittime, si evidenzia una maggiore concentrazione in Lombardia, Sicilia, Campania e Lazio, seguite da Puglia e Piemonte”.
“Appare chiaro dai dati siciliani e non solo come ci sia una scarsa consapevolezza digitale degli utenti, aggravata dalla crescente abilità dei criminali pronti a colpire persone con maggiori capacità di spesa. Occorre una vera e propria educazione finanziaria che consenta a qualunque cittadino come riconoscere una frode, proteggere i propri dati personali e identificare prontamente comunicazioni sospette. Solo così si potrà creare un sistema creditizio più sicuro – conclude il sindacalista”.