Le due anime di Fratelli d’Italia in Sicilia si spaccano. Da una parte gli occidentali, dall’altra gli orientali. E sulle candidature alle Europee sarebbe scontro totale. Lo dice Repubblica, in un articolo che analizza la situazione del partito maggioritario in Italia, col premier Giorgia Meloni arrivata sull’Isola negli scorsi giorni a Catania.
A capitanare il comitato d’accoglienza, il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, il sindaco Enrico Trantino, il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, il vice capogruppo di FdI alla Camera dei deputati Manlio Messina, l’assessora al Turismo Elvira Amata. L’unico palermitano ad avere attraversato la A19 per raggiungere la premier è stato l’assessore regionale ai Beni Culturali Francesco Scarpinato, subito il pranzo di gruppo a Palermo.
Ma le due torri di Fratelli d’Italia in Sicilia adesso dovranno sedersi e discutere di candidature, in vista delle elezioni Europee. Alcuni indizi ci sono già: degli otto candidati in lista, un posto al momento resta congelato in attesa che Giorgia Meloni sciolga la riserva su una sua candidatura diretta o meno. Due posti saranno garantiti al partito in Sardegna, due potrebbero essere le candidature di servizio della deputata regionale Giusy Savarino e dell’assessora Amata, una sarà per l’uscente palermitano Giuseppe Milazzo. Una scelta che ha imposto lo stop alla candidatura di Giampiero Cannella per un posto al sole a Bruxelles: un “sacrificio”, quello dell’esponente della giunta Lagalla, compensato — da quanto filtra dalle retrovie — col ruolo di vicesindaco nel capoluogo, sebbene fosse nell’aria già da tempo.
Resta da comporre il complicato puzzle delle candidature dalla Sicilia orientale, dove le anime del partito sono decisamente più variegate. I vertici nazionali di FdI sono in pressing per una corsa in prima linea di Nello Musumeci, che dal suo canto sponsorizza invece il nome dell’ex assessore alla Salute Ruggero Razza.
Il coordinatore Salvo Pogliese insiste su Massimiliano Giammusso, sindaco di Gravina di Catania, mentre a fare capolino potrebbe essere il presidente della commissione Bilancio all’Ars, Dario Daidone, tra gli ineleggibili per il quale a questo punto arriverà la decadenza dalla carica, che con i suoi 11 mila voti alle ultime Regionali potrebbe rivendicare un posto in lista per Bruxelles.
Ci potrebbe essere la candidatura di Manlio Messina: qualora il vice capogruppo alla Camera venisse eletto in Europa, al suo posto subentrerebbe il coordinatore provinciale Alberto Cardillo, vicinissimo al presidente del Senato Ignazio La Russa e al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno.