Tagliare il costo delle bollette e creare energia pulita, a favore quell’oasi di solidarietà che risponde al nome di “Missione Speranza e Carità”, la storica onlus fondata da Biagio Conte. Con questo spirito, nel segno dell’impegno sociale e del risparmio energetico, la Regione Siciliana ha aperto i cordoni della borsa – quella dei fondi europei – e ha puntato oltre 700 mila euro per regalare energia gratis alla Missione palermitana. Ed ampliare gli spazi per l’accoglienza. Il progetto parte qualche anno fa. Alla missione di Conte tutti ancora ricordano l’arrivo del presidente Nello Musumeci. Era l’agosto del 2020 e il presidente arrivò lì sotto un sole cocente. Il Presidente, munito di elmetto di protezione azzurro Savoia, inaugurò, a favore di telecamera, il cantiere per l’efficientamento energetico dei locali Ex Aeronautica, perché così per la burocrazia si chiama il sito che ospita la missione fondata da fratello Biagio. La Regione s’è anche occupata della ristrutturazione di uno dei padiglioni dei sito.
I lavori si sarebbero dovuto completare entro 180 giorni. In realtà sono stati “completati” soltanto la scorsa primavera. I pagamenti ai fornitori sono stati effettuati (almeno in gran parte). Partita chiusa? No. I pannelli energetici e tutti gli impianti collocati con i fondi del Po Fesr 2014/2020 (Obiettivo 4, Azione 4.1.1) non sono ancora collegati alla rete. E non possono esserlo. Sino a questo momento non è stata istallata una centralina in grado di drenare l’energia prodotta e liberare la Onlus dal costo energetico. Una situazione che oggi esplode in coincidenza con il caos del caro bollette. E’ lecito chiedersi come mai alla Missione Speranza e Carità non si siano mai accorti di quella defaillances progettuale. L’abbiamo chiesto e la risposta è semplice: i responsabili della Onlus non hanno mai potuto visionare il progetto. E’ stato fornito, a loro dire, a “scatola chiusa” dall’amministrazione regionale.
La storia della centralina mancante è l’eco della fragilità tutta siciliana nel tentare di cambiare la rotta nei consumi energetici. E’ come se esistesse una sorta di maledizione, un diavoletto maligno in grado di impedire agli amministratori pubblici di portare avanti la rivoluzione green. Il pensiero corre alle auto elettriche dell’Asp di Palermo, noleggiate a leasing senza tener conto delle colonnine di ricarica. Il demonio, in Sicilia, si nasconde dei dettagli. Ed è onnipotente quel demone, ma mai quanto l’apparato burocratico.
Il progetto destinato alla Missione Speranza e Carità fa parte di un plafond di fondi europei e regionali più ampio, plafond che prevede una spesa complessiva di quasi 30 milioni di euro. Oltre all’edificio Ex Aeronautica di Palermo, nel decreto che fissa l’elenco degli immobili da sottoporre a efficientamento energetico sono citati il Pala Regione di Catania (5.4 milioni di euro), Castello Utveggio di Palermo (5.8 milioni di euro) e il Cefpas di Caltanissetta, il centro di formazione del settore sanitario a cui viene destinato il maggior jackpot: 8 milioni di euro.
Adesso si deve correre ai ripari. Lo scorso 1 ottobre il presidente della Regione siciliana Renato Schifani ha visitato la Missione di Biagio Conte. E di questo progetto dimidiato s’è parlato. Anche dal dipartimento della Regione che ha in carico il progetto fanno sapere che l’inghippo verrà risolto entro fine anno. E viene spiegato il perché di questi ritardi. In realtà, il progetto non coinvolge direttamente la Missione, ma è finalizzato a quell’immobile affidato alla Onlus. La finalità principale era quella di ampliare gli spazi per la disponibilità. E da questo punto di vista, secondo il racconto dell’amministrazione regionale, la missione è compiuta. Resta il nodo “energia”: i pannelli fotovoltaici verranno collegati alla rete? Verrà montata la centralina necessaria? I lavori, secondo quanto apprendiamo da fonti dell’amministrazione regionale, ripartiranno a breve. Non possono, quindi, definirsi conclusi. L’obiettivo è concludere l’intervento entro la fine dell’anno, per assicurare alla Missione energia pulita ed a costo zero. Non vengono negati i ritardi accumulati. Ma una spiegazione c’è: anche quel progetto di efficientamento energetico ha dovuto fare i conti con il blocco della supply chain. Insomma, una soluzione c’è e sembra a portata di mano.
Chissà come andrà a finire. Di sicuro a noi toccherà visitare Castello Utveggio, Cefpas e Pala Regione di Catania per scoprire cosa sia stato fatto con quei soldi della programmazione europea.