“La mia è un’ottica leggermente diversa da quella di Tajani. E la porterò avanti com’è giusto che sia in una dialettica di partito nella sede opportuna, che è quella congressuale”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, nel corso di un’intervista per Tgr Sicilia di ieri sera parlando delle prossime elezioni europee.

“Innanzitutto dobbiamo prendere atto che Berlusconi non c’è più e che noi, classe dirigente, dobbiamo portare avanti il progetto berlusconiano di un partito liberale, alternativo alla sinistra, con la visione di una società che guarda al Ppe, al garantismo, al liberalismo, all’atlantismo. Per questo – ha proseguito il governatore – penso che sia importante racchiudere sotto lo stesso cielo tutti coloro i quali la pensano come noi, soprattutto per un appuntamento, come quello delle elezioni europee, in cui ci si misura con il voto di preferenza. Queste forze, aggregate a Forza Italia, possono, infatti, far vedere quanto pesano. Dobbiamo guardare oltre, dobbiamo avere questo coraggio. Guidare la transizione da partito leaderistico a partito pluralistico – ancora Schifani -. Fermo restando, però, che il simbolo di Forza Italia e il nome di Berlusconi per noi sono irrinunciabili. Ma queste persone che notoriamente fanno parte di un’area che si riferisce al Partito popolare europeo potrebbero benissimo essere ospitate o aggregate da noi. Sicuramente non Matteo Renzi che non aderisce al Ppe ed è tutta un’altra cosa”.

L’immediato sì dei centristi

Arriva a stretto giro il sì dei centristi di Noi Moderati per bocca del coordinatore politico Saverio Romano “Non possono che essere pienamente condivise le parole del governatore Renato Schifani, autorevole esponente di Forza Italia, sulla imprescindibilita’ di un dialogo e di una sostanziale apertura dei forzisti alle forze di Centro per un rafforzamento dei partiti e dei gruppi che si richiamano al popolarismo europeo. E’ quanto lo stesso Berlusconi sosteneva fortemente: un progetto che lo ha visto protagonista nel suo impegno politico. Noi Moderati non puo’ che dare ampia disponibilita’ politico-programmatica, nel solco della tradizione liberale e dei valori comuni. L’obiettivo non puo’ che essere quello di una comune prospettiva politica come giustamente indicato da Maurizio Lupi, e non quello di un mero rassemblement elettorale”.

Il plauso anche dagli autonomisti

Il plauso, a sorpresa, arriva anche da anime autonomiste come l’assessore regionale Roberto Di Mauro, “Bene il Presidente Schifani sull’apertura di Forza Italia a movimenti e gruppi conciliabili sul piano politico-programmatico e che in Europa si riconoscono nel Partito Popolare Europeo. È stata la linea di Silvio Berlusconi e noi autonomisti siciliani ci siamo trovati alle Europee del 2014 e del 2019 a votare un candidato ospitato nella lista di Forza Italia. Il confronto leale e democratico e la sintesi di varie esperienze compatibili configurerà una grande forza liberale, moderata, solidarista, capace di occupare autorevolmente il Centro Politico in Italia”.

La condivisione di Cuffaro

“Il ‘centro’ politico non è una posizione geometrica, ma una scelta di idee e una condivisone di valori. Ecco perchè la riflessione del presidente Schifani, nel suo contenuto, è non soltanto condivisa dalla Dc, ma anche gradita e auspicata” commenta qualche ora dopo il segretario nazionale della Dc, Totò Cuffaro, riferendosi a quanto dichiarato dal governatore della Sicilia, in merito alle prossime elezioni europee.

“Lo stare insieme delle forze che si riconoscono nel PPE e lo sforzo di farlo nel comune interesse di ricostruire nel paese un’area moderata democratica e liberale, ci deve consigliare l’abbandono di piccoli interessi e un proficuo e significativo lavoro per dare fiato ad una buona politica e – conclude – far crescere le cose che contano”.

 

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