La formazione professionale arranca in Sicilia. I corsi rischiano di non partire perché mancano gli iscritti.
“Si sblocca finalmente, dopo oltre tre anni, la graduatoria relativa all’Avviso 8 della Formazione professionale. Un bando che mette in campo 136 milioni di euro, finanziando 176 enti siciliani, con il coinvolgimento di migliaia di lavoratori. E’ stato un lungo ed estenuante contenzioso, dopo il primo ricorso amministrativo che risale al 2017, a seguito di molti errori presenti nel bando predisposto dal precedente governo nel 2016. Era un impegno che avevamo preso e lo stiamo mantenendo” aveva annunciato il 18 agosto scorso il governatore Musumeci con grande soddisfazione, condivisa dall’assessore Lagalla.
In prima analisi BlogSicilia aveva sottolineato come la nuova graduatoria di fatto concentrasse molti corsi su pichi enti noti, adesso, come riporta, invece, il Giornale di Sicilia, gli enti non trovano gli allievi e rischiano di non riuscire ad investire il budget loro assegnato producendo risparmi per circa 15 milioni di euro, somma che si aggiunge ai 13 milioni che sono stati tolti ad altri enti che negli anni scorsi erano entrati in graduatoria ma avevano nel frattempo perso l’accreditamento. Si tratta in totale di circa 30 milioni che resteranno nei cassetti della Regione. Come investirli? L’assessore Lagalla starebbe lavorando ad una soluzione.
Negli ultimi anni sono state tante le richieste di accesso ai corsi Ifp, frequentati dai ragazzi che invece di fare gli ultimi due anni delle superiori ottengono una certificazione che consente loro di entrare subito nel mondo del lavoro. Sono nate anche le fondazioni Its, scuole si specializzazione che mettono insieme istituti superiori, imprese ed enti di formazione proponendo percorsi altamente qualificanti.
Gabriele Leanza, che guida l’associazione di enti Forma, dichiara ancora al Giornale di Sicilia: “Effettivamente siamo di fronte a un problema enorme ma stiamo provando a reagire. La difficoltà a trovare gli alunni nasce dal fatto che i corsi finanziati adesso erano stati progettati nel 2015 e allora, prima dei ricorsi al Tar, erano stati anche trovati gli allievi. Ma a distanza di 5 anni moltissimi non sono più interessati. Però ci sono ancora 30 giorni per rimediare”.
Inoltre, dice ancora Leanza, che “lo stop alle attività ha costretto molti gestori a dismettere le sedi. Ora bisogna riattivarle o trovarne di nuove”.
Dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della Regione, gli enti di formazione avranno 30 giorni di tempo per trasferire sulla piattaforma dedicata la progettazione esecutiva relativa ai percorsi formativi.
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