Venti milioni in più per la Formazione professionale e in particolare per i corsi dell’Obbligo Formativo (Oif), altri 20 milioni come contributo straordinario per le ex Province nel tentativo di evitarne il dissesto, 3 milioni e mezzo per i precari dei 18 comuni in dissesto, 8 milioni per i forestali, 13 milioni per l’Irsap, 5 milioni per il funzionamento di Ast ed Esa e poi finanziamenti medio piccoli per tutti gli enti rimasti fuori dal tentativo di re-istituire la ex tabella H. Si tratta di somme che vanno dal Brass Group all’Università Kore di Enna con in mezzo un rivolo di altri piccoli Enti e associazioni.
Via libera ad una manovra di assestamento di bilancio per il 2016 da parte della giunta regionale di governo. Una manovra da 220 milioni di euro o poco più ma che pone le basi, ad esempio, per stabilizzare il contributo da 20 milioni l’anno per i corsi Oif sul bilancio regionale. Via libera anche alla re-iscrizione in bilancio delle somme provenienti da finanziamenti Cipe o comunitari già impegnati e rendicontanti e da pagare ad Enti di formazione per corsi in arretrato e a tante altre categorie.
La norma, ora, dovrà andare all’Ars per l’analisi prima in commissione e poi a sala d’Ercole per diventare legge regionale come variazione al bilancio di previsione 2016. Ma le variazioni di bilancio sono stata l’unica cosa fatta nella giunta di ieri sera che dopo questa via libera si è, invece, spaccata, al momento di parlare di nomine.
Il governatore sembra abbia portato il proprio nome per la guida dell’Ircac chiedendo alla giunta di ratificare il nuovo incarico per il suo super esperto e super consulente tunisino già noto all’amministrazione regionale ma, a sorpresa, il Pd di area Cracolici e l’Udc hanno detto di no.
L’uomo forte di Crocetta per l’Ircac doveva essere Sami Ben Abdelaali e Crocetta contava su una condivisione pacifica ma in giunta è scoppiata la protesta dei partitio contro l’occupazione di tutti i posti di sottogoverno da parte degli uomini del Presidente che non lascia spazio a nessuno se non a qualche amico della sua vice Mariella Lo Bello.
Così l’Udc ha fatto nlotare che c’è scoperto un posto che era suo, ovvero la presidenza di Irfis dopo le dimissioni di Basile che era stato a lungo vicino ai centristi anche se poi si era avvicinato al Pd. Proprio in funzione di questo avvicinamento al Pd adesso è il partito di maggioranza relativa a chiedere, invece, di esprimere il nome per quel posto.
Tutti, di fatto, hanno chiesto di congelare la nomina all’Ircac e di convocare una giunta per nominare, insieme, Ircac, Crias e Irfis e con una rosa di nomi che venga equamente divisa fra i partito della maggioranza visto che ormai siamo nell’anno pre-elettorale e sulle nomine c’è da giocare una grande partita.
Una partita che Crocetta ha già vinto, dicono gli alleati, visto che gli uomini alla guida delle società regionali sono tutti del presidente basti ricodare Antonio Ingroia a Sicilia e Servizi, Antonio Fiumefreddo a Riscossione Sicilia, Gaetano Moltalbano alla Seus e, di recente, Rosario Tufano alla Sas e Massimo Finocchiaro all’Ast.
Insomma dalla sanità ai trasporti, dai servizi informatici alla riscossione delle imposte tutto è in mano al governatore: un uomo solo al comando con i suoi amici sparsi ovunque. Agli altri restano le briciole ma vorrebbero almeno quelle.
L’unica eccezione (oltre maria Grazia Brandara vicina all’assessore Mariella Lo Bello) recente fa infuriare ancora di più i partiti come Pd e Udc pur nulla avendo da dire sull’uomo. Si tratta della nomina alla Sac, l’aeroporto di Catania, di Nico Torrrisi additato come uomo di Totò Cardinale e Nicola D’Agostino. Una scelta che agita gli equilibri catanesi e anche quelli in maggioranza visto che l’unica forza politica che sembra avere appeal con Crocetta è il partito più giovane e più democristiano, Sicilia Futura, che tanti pezzi ha preso dall’Udc, che riesce a scalzare, e che non dovrebbe contare quanto il Pd. Almeno secondo quanto dicono loro litigando nelle segrete stanze dei bottoni
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