I termini per presentare le domande scadono oggi lunedì 1 febbraio e non saranno prorogati ne rinviati ma l’avviso 3 della Formazione professionale in Sicilia, quello che racchiude la parte principale della formazione stessa, rischia di diventare un enorme flop. Sarebbero due, infatti, i profili di illegittimità che potrebbero causare l’annullamento dell’avviso o una pioggia di ricorsi in seguito e dunque creare un danno consistente al sistema che è già allo stremo.
Da un lato c’è la sentenza del Tar che pronunciandosi sul precedente avviso 20 ha dato ragione al ricorso degli Enti annullando l’obbligo di prelevare i docenti dall’albo dei formatori, obbligo che sembrerebbe sia stato nuovamente inserito nell’avviso 3 mettendolo a rischio. Dall’altro lato nell’avviso mancano i fondi per le assistenze speciali ovvero quelle necessarie per garantire il sostegno al disabile che frequenta un corso. Un sistema che rischia di disincentivare gli Enti e potrebbe creare un ‘vulnus’ sul rispetto delle quote H.
Due problemi che si sarebbero dovuti risolvere ma per i quali ormai non c’è più tempo visto che l’avviso si chiude proprio lunedì 1 febbraio.
Fra i sostenitori del rinvio non c’era l’assessore regionale alla Formazione Bruno Marziano: “Assolutamente no – dice Marziano a BlogSicilia – non ci possiamo permettere ulteriori rinvii. Abbiamo accumulato già un consistente ritardo e gli operatori del settore sono fermi ormai da almeno tre mesi. Fra presentazione delle istanze, valutazione, pubblicazione dei risultati arriveremo già ad aprile. Eventuali ricorsi rischiano di farci slittare a ridosso dell’estate o addirittura a settembre. Un rinvio ulteriore non è pensabile”.
Assessore ma la sentenza del Tar rischia di mandare tutto all’aria?
“Sono a conoscenza della sentenza ma riguarda un precedente avviso. Noi abbiamo l’esigenza politica inderogabile di recuperare il personale della Formazione che si trova senza lavoro e reinserire nel circuito tanta più gente possibile. Mi rendo conto che ci sono aspetti normativi e derivanti dalla sentenza che possono creare problemi. Per questo nell’avviso 3 non c’è un obbligo ma un sistema di disincentivi ad utilizzare personale non prelevato dall’albo. Intanto ormai si tratta di un elenco aperto. Poi se un Ente non trova la figura che gli serve può prenderla all’esterno. E anche in altri casi può chiedere l’autorizzazione e ricorrere all’esterno. Basta rinunciare agli incentivi che sono previsti per chi preleva dai formatori in elenco”.
Secondo lei questo basterà a risolvere il problema?
“Io credo di sì. C’è un giusto margine di discrezionalità ma ci sono anche scelte politiche chiare. Poi chi ritiene il contrario è, naturalmente, legittimato a presentare un ricorso rivolgendosi alla magistratura. Ma oggi voglio fare un appello a tutti gli Enti. Bisogna lasciarci alle spalle l’epoca dello scontro e collaborare tutti per far ripartire il sistema che in questi anni è imploso. E’ l’unico modo per recuperare quanto più gente e risorse possibili. In queste settimane ho ascoltato tutti. Gli Enti mi hanno presentato le loro istanze e sono state manifestante esigenze a volte perfino confliggenti fra un Ente e un altro. Abbiamo trovato equilibrio fra piccoli, medi e grandi Enti e adesso bisogna sbracciarsi e lavorare. Chi ha intenzione di continuare a paralizzare tutto si assumerà la responsabilità delle proprie azioni e delle conseguenze che ne deriveranno”.
Ma il problema del ricorso al personale prelevato dall’elenco resta, così come quello della mancanza delle risorse speciali
“In sede di applicazione non saremo fiscali. Ascolteremo esigenze e circostanze per far girare il sistema. per quanto, invece, riguarda le risorse per le assistenze speciali è cambiata la legge ed i regolamenti comunitari, così come le competenze. Ma anche questo è in via di soluzione”.
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Insomma oggi scade il termine per presentare le domande e non ci saranno proroghe. L’assessorato spera di riuscire a chiudere tutte le procedure per aprile e far partire i corsi. Ma l’inconveniente tecnico giuridicio è dietro l’angolo.