Mentre bolle in pentola la vicenda dei 13 mila precari siciliani degli enti locali (che diventano 20 mila se si aggiungono quelli delle parttecipate degli stessi enti) la cui proroga di contratto è ritornata come un boomerang sulle spalle del Governo regionale si riaccendono i riflettori anche sui 23 mila forestali siciliani. Non proprio di luce si può parlare almeno se la vicenda la si guarda con gli occhi di chi amministra la Regione siciliana.
I lavoratori forestali starebbero preparando un ricorso/denuncia alla Corte di Giustizia Europea per l’abuso del precariato. Gli avvocati incaricati starebbero studiando le sentenze della Corte di Giustizia Europea che hanno dichiarato l’illeggittimità delle proroghe oltre i 36 mesi anche non continuativi in numerosi paesi dell’Unione e ritengono di poter chiedere la stabilizzazione anche per gli ‘odiati’ braccianti forestali. Odiati perchè sempre al centro degli attacchi mediatici e politici sulla normità del loro numero, sul loro utilizzo e così via.
Insomma proviamo a immaginare solo per un attimo cosa significherebbe una piena stabilizzazione di questo personale se un simile ricorso avesse una opportunità di andare a buon fine. Se di anno in anno non si riesce a trovare le risorse per farli lavorare. Se di anno in anno cambiano contingenti, liste, numero di giornate e si cerca no soluzioni alternative per il loro impiego, una stabiizzazione in massa manderebbe in tilt definitivamente i conti della Regione.
Un primo gruppo di ricorsi sarebbe stato già depositato, secondo le notizie che i forestali si scambiano sul loro blog. Ad assistere chi decide di seguire questa strada è lo studio legale Fasano.
Secondo i legali con la sentenza Mascolo del 26 novembre 2014, la Corte di Giustizia europea ha, infatti, chiarito che una successione, anche non continuativa nel tempo di contratti (come nel caso dei lavoratori della Forestale), contrasta con l’accordo quadro europeo di cui alla Direttiva 1999/70 CE del Consiglio del 28 giugno 1999. Insomma i lavoratori forestali potrebbero provare il colpo di mano cercando un ‘giudice a Berlino’ tra i magistrati in Lussemburgo.
Certo non si tratta di una strada semplice, o priva di salite, ma il solo pensiero di una parziale realizzazione di un progetto di questo tipo fa tremare le vene ai polsi di qualsiasi del Governo regionale forse anche di più della sentenza di qualche mese che fece esplodere la grana precari Enti Locali. E questo sia che ci sia oggi alla guida Rosario Crocetta, sia negli incerti scenari futuri del domani che non ci fanno immaginare il prossimo inquilino di Palazzo d’Orleans.
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